Dopo il caso Quarto, Chi ne esce più forte? M5s o PD?

martedì 23 giugno 2015

Adriano Sofri chiamato dal ministro Orlando a fare la riforma delle carceri

Adriano Sofri consulente per riformare il sistema penitenziario italiano. Il decreto è del 19 giugno ma la polemica è esplosa oggi. Il leader di Lotta Continua è stato condannato a 22 anni di carcere (ma da tempo in libertà) come  mandante dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi avvenuto a Milano nel 1972.  E’ uno degli ‘esperti’ chiamati dal ministro Andrea Orlando per la riforma del carcere “per quanto concerne i settori istruzione, cultura e spettacoli”. Condannato la prima volta nel 1990 e incarcerato in via definitiva nel 1997, Sofri è stato scarcerato nel gennaio 2012 per decorrenza della pena. Pur assumendosi la corresponsabilità morale dell’omicidio di Calabresi, il leader di Lotta Continua si è sempre proclamato innocente riguardo all’accusa penale. Sofri è giornalista e scrittore e ha collaborato con l’Unità, l’Espresso, Il Foglio, Repubblica e Panorama.
La reazione – “Meno male che ci hanno risparmiato Totò Riina, che magari avrebbe potuto parlare di una revisione del regime penitenziario duro del 41bis?”. Questo il commento del segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe Donato Capece. Inaccettabile e inammissibile la decisione del Ministro Orlando – aggiunge – di nominare Adriano Sofri, responsabile di istruzione e cultura negli Stati generali delle carceri e al quale gli italiani onesti e con la fedina penale immacolata pagheranno con le loro tasse le trasferte, i pasti ed i gettoni di presenza!“. “Siamo letteralmente saltati sulle sedie noi della segreteria generale del Sappe quando abbiamo letto il decreto con cui il ministro Guardasigilli – prosegue – ha insediato gli esperti per dare esecuzione agli annunciati Stati Generali sulla esecuzione penale”.”Insieme a giuristi e magistrati qualificati – precisa Capece – non mancano gli ex parlamentari evidentemente da ricollocare. Spicca, clamorosa e inspiegabile, l?assenza di poliziotti penitenziari tra i coordinatori dei gruppi di lavoro, i professionisti della sicurezza nelle carceri, che ogni giorno hanno a che fare direttamente con le criticità del carcere nella prima linea delle sezioni detentive”.


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