Dopo il caso Quarto, Chi ne esce più forte? M5s o PD?

lunedì 30 novembre 2015

Lidia Undiemi: "Il PD continua ad attaccare i diritti dei lavoratori"

Scrive l'economista Lidia Undiemi per il.Fatto.Quotidiano

"Che le dichiarazioni del ministro Giuliano Poletti nascondessero l’intenzione del Pd di continuare ad attaccare i diritti dei lavoratori, facendo un favore alla Troika e alle multinazionali, lo avevamo già capito con il Jobs act.
Adesso arriva Filippo Taddei a provare a far digerire il tentativo di smantellare ulteriormente il contratto collettivo nazionale e altri diritti. “Una parte dello stipendio può essere riproporzionato sulla base della produttività, come già succede in molti casi”, afferma il responsabile economico del Pd. Per questo intendono presentare due disegni di legge, uno riguardante il lavoro autonomo, e l’altro, invece, il lavoro dipendente.
Vi avevo già anticipato che le dichiarazioni di Poletti non si riferivano soltanto al lavoro dipendente a cottimo, ma anche al lavoro autonomo. Iniziamo da quest’ultimo per comprendere la sorpresina che potremmo trovare nelle nuove leggi.
C’è anzitutto da chiedersi cosa c’entra l’assenza di vincoli di orario e di luogo con il lavoro autonomo che per definizione non dovrebbe averne. La risposta la troviamo nel Jobs act, che ha eliminato il lavoro “a progetto” (che a sua volta aveva sostituito i co.co.co), per introdurre una nuova forma di collaborazione coordinata ibrida, una specie di “mostro” giuridico che, pur considerando il lavoratore come un collaboratore autonomo, di fatto lo assoggetta al potere direttivo del committente (datore di lavoro sarebbe più corretto a questo punto).

Un lavoro (autonomo) con meno diritti e comunque eterodiretto, ma stavolta a norma di legge. Le nuove collaborazioni, ai sensi dell’art. 2 del Dlgs n. 81/2015, consistono in una prestazione di lavoro esclusivamente personale, continuativa e con modalità di esecuzione organizzate dal committente, anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. Esattamente il contrario di quello che sostengono adesso! Per queste collaborazioni, stabilisce la medesima legge, verrà applicata la disciplina del lavoro subordinato. Quindi, hanno creatoun lavoro autonomo di fatto subordinato per applicare le tutele di quest’ultimo.
La spiegazione di questa apparente incoerenza la troviamo nel comma successivo, che dispone delle deroghe a questo principio qualora vengano stipulati accordi sindacali inerenti “il trattamento economico e normativo in ragione delle particolari esigenze produttive ed organizzative del relativo settore”, cioè deroghe alle tutele standard. L’eccezione chiaramente sarà la regola e, a conti fatti, le imprese potranno usufruire di lavoratori dipendenti, ma assunti con contratti che consentono deroghe ai diritti, già indeboliti, dei lavoratori (formalmente) dipendenti.
Certo, questo non chiarisce sino in fondo come possano dichiarare di volere un lavoro libero da vincoli di orario e di luogo (lo chiamanosmart working, per chi vuole fare il figo) visto che hanno appena creato collaborazioni che prevedono proprio questi vincoli. In tal modo verranno ostacolati quei lavoratori con finti contratti autonomi che potrebbero decidere di rivolgersi al giudice del lavoro per chiedere la conversione in rapporto di lavoro dipendente. Queste vertenze, guarda caso, hanno dato non pochi problemi, specialmente alle grandi aziende.
Riguardo invece alla possibilità che questi obiettivi possano colpire il lavoro dipendente, s’intravede un ritorno al cottimo (visto con sfavore dai CCNL) in nome di una innovazione tecnologica che, nella realtà, nulla toglie e nulla aggiunge al fatto che certi lavori per loro natura sono vincolati al rispetto di orari di lavoro, intendendo per tali non soltanto l’ingresso e l’uscita dall’ufficio ma anche itempi della prestazione, spesso rigidamente determinati dagli applicativi informatici, come accade ad esempio nei call center.
Le imprese vogliono lavoratori senza vincoli di orario e di luogo di lavoro? Bene, assumano collaboratori autonomi! Ah no, questi no, li abbiamo appena vincolati a rispettare orari e luoghi di lavoro! E’ abbastanza evidente che si vuole semplicemente scardinare alla base la ragion d’essere stessa del diritto del lavoro e del Contratto Collettivo Nazionale. Lavoratori sempre più divisi, lavoratori sempre più deboli. I sindacati dovrebbero protestare con tutte le loro forze contro questo ulteriore attacco.
Attendiamo i decreti."

I soldi dei cittadini per salvare la Banca dei Boschi. Ennesima vergogna targata PD



Banca Etruria, 35mila toscani hanno perso tutto

Nella notte del decreto "salva banche" in Toscana si sono volatilizzati 300 milioni di azioni e obbligazioni. All’Etruria la perdita media è di 15-20mila euro a cliente: «Ora chi lo dice a mio padre?»
In una sola notte, sono spariti circa 300 milioni di euro. Tanti soldi, in buona parte risparmi che le famiglie avevano messo da parte con fatica per avere una vecchiaia tranquilla, oppure per un progetto o per i figli. In Toscana parliamo di 35mila persone coinvolte. Sogni infranti, che lasciano spazio a un senso di disorientamento e incredulità, accompagnato da una buona dose di rabbia. Sono queste le sensazioni che corrono sotto pelle ai risparmiatori che avevano affidato i loro risparmi alla “vecchia” Banca dell’Etruria e del Lazio, vedendoli sparire domenica quando è nata la Nuova Banca Etruria: praticamente la stessa, ma senza perdite e con un capitale ricostituito da 442 milioni di euro.
Un’operazione figlia del bail-in, la nuova direttiva europea che prevede il salvataggio degli istituti di credito coprendo le perdite con i capitali degli azionisti e degli obbligazionisti, adottata da Bankitalia e dall’Unione Europea e ratificata dal governo per riportare a galla l’ente aretino, insieme ad altri tre: la Banca delle Marche, Cassa di Ferrara e CariChieti. Così l’istituto è stato salvato con un capitale fresco di 442 milioni di euro, con buona pace degli azionisti, quasi tutti inconsapevoli dei rischi che correvano.
CHI LO DICE A MIO PADRE?
«Chi glielo dice a mio padre che abbiamo perso tutto?» scrive un uomo in una lettera indirizzata alla Federconsumatori, dove le segnalazioni in questi giorni non si contano. «Non riusciamo a staccarci dal telefono» ammettono dall’associazione. Ma va peggio nelle 84 filiali toscane di Banca Etruria, prese d’assalto dai propri azionisti. Prendiamo ad esempio Venturina, nel Livornese, dove i risparmiatori si sono riversati inferociti agli sportelli, sentendosi rispondere che sì, il loro denaro è sparito. Se ci spostiamo poi a Vitolini, piccola frazione di Vinci, la situazione è ancora più drammatica perché, oltre alle Poste, l’unica banca in paese è l’Etruria. Venerdì 27 è stata invasa dai risparmiatori, che non hanno lesinato anche parole grosse nei confronti della direzione.
CI SIAMO FIDATI
Ma come è potuto accadere? Andiamo ad Arezzo, patria natia della banca, dove il caso di una signora è l’esempio calzante. «Ci siamo fidati, Etruria era la nostra banca da trenta anni, avevamo lì il conto corrente, la pensione – racconta la donna – e invece hanno approfittato della nostra fiducia». Lei e suo marito avevano delle obbligazioni ordinarie con un tasso d’interesse del 2 per cento e prima che scadessero, nel 2013, la banca propose di convertirle in obbligazioni subordinate con un tasso al 5 per cento a scadenza nel 2023; poi, a febbraio, quando l’istituto è stato commissariato per tamponare una crisi senza precedenti, la coppia aretina ne chiese il rimborso, sentendosi rispondere picche perché il mercato è rimasto bloccato. Così sono passati i mesi e domenica è arrivato il bail-in.
UN BAGNO DI SANGUE
«Un bagno di sangue» dicono le associazioni in coro: il 60 per cento delle azioni Banca Etruria sono in Toscana, per un equivalente di circa trentamila persone, a cui si aggiungono i cinquemila obbligazionisti. Il calcolo stimato delle perdite nella nostra regione è di 15-20.000 euro a testa, per un totale che si aggira sui 300 milioni.
Sui moli di Porto Santo Stefano, all’Argentario, c’è un pensionato che passeggia pensieroso. Ha sessantacinque anni ed è cliente di Banca Etruria dal 1978. «Io sono un operaio in pensione che si fidava della gente che aveva davanti – spiega – ma nessuno mi ha detto dei rischi che stavo correndo. Anzi, gli operatori della banca mi parlavano di un rischio medio-basso». Il suo pacchetto d’investimenti nell’istituto di credito ammontava a 70.000 euro, suddivisi tra due fondi (uno di 55.000 euro e un altro di 15.000) più 6.000 euro di azioni, a cui si aggiungono quelle dei figli. Oggi non valgono più nulla. «Erano tutti i miei risparmi – dice il pensionato – Ora devo mandare avanti la famiglia solo con la pensione». 

Crozza in diretta tv: "Il M5S è una delle più belle novità"


Crozza: "Il M5S è una delle più belle realtà e novità di quest...
Crozza: Il M5S? Ragazzi in buona fede cercano di cambiare le cose, cercano di cambiare il Paese, e le hanno cambiate! Hanno mandato a casa tutta la vecchia politica, non hanno preso un soldo di rimborsi elettorali, hanno restituito parte del loro stipendio...Ragazzi Questo É Vero! Cioè...questa roba è una ROBA FORTE!!...POTENTE!!!
Posted by Nuccio Mancarella on Domenica 30 novembre 2014

Di Maio massacra il Governo Renzi: "Fatevi una tac al cervello"



DI MAIO MASSACRA IL GOVERNO RENZI: ""Ti dicono che hai diritto all'esame solo se sei malato, ma se non fai l'esame come fai a saperlo? Allora io dico al governo Renzi e ai suoi ministri: fatevi una tac al cervello!"Condividete e fate girare questo video!
Posted by TzeTze on Domenica 27 settembre 2015

"Vai a casa buffone, sei abusivo!" Renzi contestato a Napoli



"VAI A CASA, BUFFONE ABUSIVO!", Matteo Renzi contestato a Napoli scappa con scorta e auto blu. DIFFONDETE il video, nessun tg lo trasmetterà!
Posted by TzeTze on Mercoledì 4 novembre 2015

"Se il M5S va al Governo i politici devono scappare perchè ci riprendiamo tutto quello che hanno rubato" Di Battista fa tremare i partiti



"SE IL M5S VA AL GOVERNO DEVONO SCAPPARE DALL'ITALIA PERCHÉ GLI SEQUESTRIAMO TUTTO QUELLO CHE HANNO RUBATO AL POPOLO!" - Condividete se siete d'accordo con Di Battista
Posted by TzeTze on Domenica 8 novembre 2015

MARCO TRAVAGLIO MASSACRA LA BOLDRINI IN MANIERA COLOSSALE

Dalle biciclette ai cimiteri: Il PD e le nuove tasse ammazza cittadini


Mancava solo la «bici-tax», eccola. L'idea è del senatore Marco Filippi, capogruppo Pd in commissione Lavori pubblici a Palazzo Madama.

Nel suo emendamento alla riforma del codice della strada il senatore propone di inserire questa novità: «Individuare criteri e modalità d'identificazione delle biciclette nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti», «attraverso un'idonea tariffa per i proprietari». In pratica, traducono le associazioni dei ciclisti già in rivolta, un bollo e una targa anche per le biciclette.
Il senatore piddino, assalito su Twitter, si difende spiegando di non essere stato capito: «Per favore leggere tutti, l'emendamento è riferito a cicli adibiti a trasporto di merci o persone per attività commerciali: la sicurezza è la priorità!». Ma la spiegazione non sembra convincere molti, anche perché l'emendamento parla di «biciclette e veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone»: in poche parole tutte le biciclette. Perciò, scrive ad esempio il blog Salvaiciclisti, «chiediamo, e non smetteremo di farlo, al senatore Marco Filippi di ritirare il suo emendamento». Se il senatore Pd intendeva altro rispetto a bollo e targa per le bici, forse gli conviene modificare il testo dell'emendamento, troppo ambiguo. Per ora il risultato che ha ottenuto è una pagina personale su Wikipedia, dove l'unica nota biografica presente è questa: «Nel novembre 2015, con un emendamento a un ddl delega, ha proposto di eventualmente tassare le biciclette».Sarà un caso, ma non è la prima volta che il Partito Democratico dimostra una notevole fantasia fiscale.
Questa estate, in pieno incubo da default della Grecia, il deputato del Pd Giampaolo Galli ha pensato che per evitare la Grexit, l'unica soluzione fosse una Grextax, un'imposta per finanziare i debiti di Atene. «Default o exit sarebbero devastazione per loro e per Ue. Non possiamo consentirlo. Occorre una tassa per la Grecia» aveva scritto sui social, prima di essere anche lui crivellato dalle critiche. Ma dalle fervide menti dei parlamentari Pd è uscita anche una tassa sui morti, visto che sui vivi la pressione fiscale invade già ogni campo. Il disegno di legge sulla disciplina delle attività funerarie presentato a prima firma dal senatore democratico Vaccari e controfirmato da mezzo Senato piddino, chiede di introdurre l'Iva al 10% sui servizi funebri, e a questa aggiungere una tassa una tantum di 30 euro (rivalutata ogni anno secondo gli indici Istat) per ogni operazione funebre che il parente del defunto abbia la sventura di chiedere (tumulare il caro estinto, cremarlo...).
Ancora più avanti, però, un piccolo comune della rossa Emilia Romagna, Castelvetro Piacentino, a guida Pd, dove hanno messo direttamente l'Imu anche sulle tombe.Mentre la Camera ha da poco approvato lo ius soli per concedere la cittadinanza italiana ai figli di genitori stranieri residenti in Italia, ai figli di italiani residenti all'estero il Pd ha regalato un'imposta di 300 euro, una tassa (emendamento firmato da Giorgio Tonini del Pd) per vedersi riconosciuta anche la cittadinanza italiana, pur essendo nati da genitori italiani. Alla Camera poi era spuntata ad un certo punta anche una tassa di scopo per i possessori di cani e gatti, «con l'obiettivo di finanziare iniziative contro il randagismo», subito cancellata dopo l'esplosione delle inevitabili proteste contro l'emendamento. Anche quello, per coincidenza, a firma Pd.

sabato 28 novembre 2015

Gianluigi Paragone massacra Jovanotti: "Burattino dei poteri forti."


Dichiarazioni forti quelle di Gianluigi Paragone verso Jovanotti (il grande amicone di Renzi). Riportiamo il virgolettato:
"Eccoli i nuovi burattini nelle mani del potere massonico, tecnocratico, antidemocratico.
Jovanotti invitato a un summit segreto, organizzato presumibilmente da Google, per essere indottrinato. Infatti esce entusiasta.
Eccoli i cantori progressisti, di sinistra. Quelli che fingono di disperarsi per i diritti violati e che invece sono contenti di mangiare allo stesso tavolo del potere che conta.
Jovanotti che ci fa i pipponi sull’Africa e sui migranti e si dice entusiasta per i discorsi degli stessi che hanno affamato l’Africa.
Jovanotti, quanto sei ipocrita! "

Gianluigi Paragone


GUARDA IL VIDEO: Jovanotti dichiara di essere stato invitato dal Bilderberg


Jovanotti al Bilderberg di bigcocomero

La canzone di Crozza che ha fatto incazzare Renzi


CROZZA: LA CANZONE CHE HA FATTO INCAZZARE RENZI
ECCO LA CANZONE CANTATA DA MAURIZIO CROZZA CHE HA FATTO INCAZZARE TANTO RENZI --->CONDIVIDI ---> Seguici su W IL M5S
Posted by W IL M5S on Sabato 28 novembre 2015

CLAMOROSO! L'Ue smonta Renzi su disoccupazione, export e debito. I media censurano il tutto


Agli italiani viene fatto credere che il Belpaese stia ripartendo, ma quello che non viene detto è che l'Italia non riesce a riconquistare competitività a causa del calo della produttività e della bassa inflazione, come osserva Elena Polidori su Repubblica: 

"Già lo scorso febbraio la Commissione aveva concluso che da noi ci sono «squilibri macro eccessivi che richiedono una risoluta azione politica e un monitoraggio specifico sui rischi di un debito pubblico molto elevato e di una debolezza della competitività», si legge nel testo del rapporto.

«Nella classifica aggiornata sono diversi gli indicatori che oltrepassano le soglie di riferimento, in particolare perdita di quote di export, debito, disoccupazione e aumento di quella giovanile ». Più nello specifico: il calo della produttività e la bassa inflazione, «trattengono la riconquista della competitività »; il debito «è salito nel 2014, guidato da crescita e inflazione basse, e deficit». Inoltre, «la debolezza economica si riflette anche nel declino del rapporto investimenti- Pil».

Creano problemi i crediti deteriorati delle banche. E sul versante del lavoro, la disoccupazione ha avuto il suo picco nel 2014, ma resta elevata assieme a quella giovanile e quella di lungo termine. Anche gli indicatori sociali e sulla povertà sono stabili, ma «a livelli preoccupanti».
"

venerdì 27 novembre 2015

Torino: ladri in casa dell'ex ministro Fornero


Ladri si sono introdotti in casa dell'ex ministro Elsa Fornero a San Carlo Canavese (Torino). I criminali hanno scassinato una finestra sul retro dell'abitazione, dove lo stabile confina con un'area boschiva. Il furto è avvenuto nel fine settimana, ma la notizia è stata diffusa solo oggi. Gli investigatori mantengono il massimo riserbo. Non è chiaro se i ladri sapessero di star entrando in casa del ministro al Lavoro. Il bottino non sembra essere significativo (forse solo un televisore).

Clamoroso gesto di un ex dirigente del PD: "Con questa tessera mi ci pulisco il culo"



Dirigente PD Livornese si pulisce il culo con la tessera di partito“Con la tessera del Pd non resta che pulircisi il culo”. Così, senza troppi giri di parole, il dirigente toscano Andrea Augeri ha dato l’addio al suo partito. Augeri, esponente del Pd livornese, ha postato sulla sua pagina Facebook un video in cui spiega le ragioni del suo gesto: “Non mi riconosco più in un partito che di democratico ormai non ha niente”. “La fiducia sulla legge elettorale è un atto di presidenzialismo” spiega Augeri, che accusa il Governo di aver compiuto un atto incostituzionale.[Seguici su (y) Look the Video]
Posted by Look the Video on Venerdì 1 maggio 2015

Ecco come ci hanno truffato i partiti per fottersi i soldi dei "finanziamenti pubblici"



La truffa dei partiti per tenersi il finanziamento pubblico[Seguici su (y) Look the Video]
Posted by Look the Video on Giovedì 24 settembre 2015

La cantante Mina esalta Beppe Grillo: "Una mazzata per questi politici"


"Grillo è una mazzata ai politici". Lo dice Mina in un'intervista rilasciata al Blog di Beppe Grillo, Riportiamo il suo virgolettato:

“A reclamare tale ammodernamento anatomico – scrive Mina, riferendosi appunto all’imenoplastica – si sono impegnati i grandi uomini della prima, della seconda, della terza, della quarta, della ennesima Repubblica. Leggermente sputtanati e disfatti in decenni di infernale e volgare promiscuità e sfrenato onanismo, senza controllo e con autoreferenzialità, stanno rivalutando all’improvviso il concetto di purezza” (il testo integrale sul blog di Beppe Grillo).
Grillo, secondo Mina, è “il colpo finale, la mazzata che ammutolisce la sala della televisione. Incontrollabile, sottovalutato, diverso, è adesso minaccioso veramente. Compare sostanzioso nella sua percentuale e inarrestabilmente spacca equilibri e logiche”. Perché finora, “l’ideologia del bunga e dell’antibunga erano sufficienti a eletti ed elettori per il funzionamento di Stato, società e politica estera. Ora bisogna fare i conti con lo spauracchio”. 
Ma i politici preferiscono tentare di disinnescare questo spauracchio evitando di citarlo, afferma la cantante. “Prima regola che si impongono i neovergini è quella di non nominare mai il nome dell’interessato. La volgare citazione appare scritta negli sfondi degli studi e, al massimo, velocissimamente pronunciata da scioglilinguisti allenati. Vengono impegnati, poi, scrittori dal costo elevato per la edificazione della muraglia di discredito che comprenda intelligentissimi riferimenti al qualunquismo, all’utopia, al populismo, alla sovversione, all’anacronismo, all’irrispettosità, all’inconsistenza. Contenti delle strategie impostate”, conclude Mina, “appagati ogni tanto da un più zero qualcosa, si godono il prurito dei genitali riparati”.
Lo stesso Grillo, ancora sul blog, interviene polemicamente sul tema elettorale: “E’ la prima volta dal dopoguerra che tutti i partiti, tutte le istituzioni, tutte le televisioni e (quasi) tutti i giornalisti si sono concentrati su di un unico bersaglio elettorale: il MoVimento 5 Stelle. Tutti d’accordo per mantenere lo status quo”. E per silenziare “un movimento di popolo che rifiuta qualunque finanziamento pubblico, odiato dalla Confindustria e dai sindacati, dalla destra e dalla sinistra, attaccato persino dalla Presidenza della Repubblica e dai maggiori quotidiani nazionali”, Se “fa così paura, significa che un terremoto sociale è in arrivo” (qui il testo integrale).
Per i partiti, secondo Grillo, è “finita. Quando uscite spegnete la luce, posate il maltolto e chiudete la porta. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento”.

"Le Iene" e le spese pazze di Renzi. Ecco cosa c'è nel servizio che Mediaset ha fatto saltare



C’è un servizio di quei cattivoni de Le Iene che certifica la scarsa trasparenza di Matteo Renzi sindaco di Firenze e presidente dellaProvincia. C’è un riluttante Dario Nardella, erede a Palazzo Vecchio con la fascia tricolore, che rivendica un segreto istruttorio sulle spese in Municipio, subito considerato inesistente da un magistrato della Corte dei conti e da un giudice del Consiglio di StatoFilippo Patroni Griffi, ex ministro con Mario Monti e sottosegretario a Palazzo Chigi con Enrico LettaL’unico difetto di questo servizio è che ancora non è andato in onda, nonostante l’ufficio stampa di Italia1 avesse diffuso la consueta anticipazionenel pomeriggio, prima di correggersi, dopo aver visionato la scaletta, a pochi minuti dall’inizio della puntata di lunedì 23 novembre.
Di cosa si tratta? È un’inchiesta sugli scontrini di Renzi, i pranzi e le cene aFirenze al ristorante di Lino, che in un’intervista al Fatto Quotidiano ha raccontato: “Renzinon era mai da solo e portava la qualunque. Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro faceva qui dentro? Pagava sempre il Comune, veniva con la moglie e amici a spese di Palazzo Vecchio”. Ma c’è un episodio che l’oste rievoca e rimanda all’epoca di Renzi in Provincia, un pranzo di Matteo con la moglie Agnese, pochi giorni prima della nascita della terza figlia, avvenuta l’8 giugno 2006. Il premier sostiene di aver pagato i pasti privati con i propri soldi, ma nei tabulati reperiti da Le Iene – e pubblicati in pagina – c’è un pranzo “sospetto” da 80 euro del 6 giugno. Ma senza consultare gli scontrini, che per Ignazio Marino sono diventati fatali, è impossibile accertare se Renzi dichiara il vero o il falso.
In attesa, dopo le rivelazioni di Lino, laCorte dei conti ha aperto un fascicolo –fascicolo archiviato ieri dalla stessa Corte che non ha ravvisato sufficienti motivi per procedere -. Ilcaso scontrini ha raggiunto una dimensione politica proprio perché lo stesso rigore a cui è stato sottoposto Marino non viene applicato a Renzi, che anzi sfugge. Le Iene hanno sentito anche un ex consigliere provinciale, Guido Sensi, querelato daRenzi per le sue battute sui conti saldati dall’ente e portato in tribunale. Finché Renzi, spiega Sensi, non ha ritirato la denuncia per evitare di testimoniare e “discutere di queste carte di credito e di come ha utilizzato il denaro pubblico”. Da tre anni Tommaso Grassi, consigliere comunale, si batte invano con Nardella per ottenere le ricevute.
Questa è la sintesi del servizio de Le Iene espunto dalla scaletta di lunedì. Il lavoro di Dino Giarrusso già era stato rinviato la settimana precedente per motivi legali. Gli avvocati di Mediasetsono sempre molto attenti nell’evitare cause penali e civili, e hanno preteso una legittima riedizione del pezzo. Il giornalista avrà senz’altro perfezionato l’inchiesta e reperito un documento essenziale per inquadrare la vicenda. E dunque la diffusione dell’indagine giornalistica, a una platea molto giovane e numerosa di oltre 2 milioni di italiani, lunedì sembrava scontata. Poi qualcosa è accaduto.
Ma non sappiamo ancora se per le resistenze dei legali o per un diverso intervento dell’azienda. Anche se è doveroso precisare cheDavide Parenti, l’autore del programma, non è un tipo che accetta censure in maniera supina. L’esatto opposto. Al momento non c’è una versione esaustiva su quanto successo.

Lucia Annunziata elogia il 5 stelle Pizzarotti: "Onesto e trasparente"


Giudizio positivo del sindaco di Parma da parte della giornalista Lucia Annunziata, direttrice di Huffington Post Italia, ospite in Ateneo, dove si è fatta intervistare dagli studenti in giornalismo. "Mi sembra una persona molto mite e perbene", ha commentato ai cronisti parlando di Federico Pizzarotti. (frana)
(FONTE)

Luigi Di Maio fa sbroccare Gruber: "Mi dica cosa hanno fatto i partiti in questi ultimi 20 anni"

"LA GABBIA" INCASTRA IL GOVERNO SULLA VENDITA DELLE ARMI, IL PD TACE


SERVIZIO "LA GABBIA" L'ITALIA VENDE ARMI E IL PD TACE ì
Ecco il Servizio de LA GABBIA sulle ARMI CHE L'ITALIA VENDE AI PAESI ISLAMICI. TUTTI QUELLI DEL PD TACCIONO vergognosamente DINANZI LE DOMANDE DEL GIORNALISTA, ASSURDO. ESISTE UNA LEGGE (185/90) CHE Può FERMARE LA VENDITA DI ARMI... MA RENZI E IL GOVERNO LA IGNORANO. E CONTINUANO A FARE AFFARICONDIVIDI ---> Seguici su W IL M5S
Posted by W IL M5S on Giovedì 26 novembre 2015

giovedì 26 novembre 2015

Terrorismo, vertice Hollande-Renzi: l'Italia manderà soldati in Libano, Mali e Sahel



Un "incontro di sostanza": Palazzo Chigi presenta così il faccia a faccia tra Matteo Renzi e il presidente francese François Hollande, in programma alle 8 di mattina all'Eliseo. Una visita lampo, incastrata nel tour diplomatico europeo di Hollande (ieri ha visto Angela Merkel, poi toccherà a Vladimir Putin), e incentrata tutta sul tema del terrorismo e della lotta all'Isis. 

Gli 007 e le informazioni - Primo punto in agenda: la "condivisione maggiore" tra i rispettivi servizi di intelligence. Per ora, infatti, Renzi continua a frenare sulla questione dei bombardamenti in Siria, tenendo la linea (decisamente interlocutoria) degli Usa di Obama: "Serve fermezza ma anche la necessità di non cercare facili scorciatoie, con operazioni militari, in assenza di una strategia globale, sul medio e lungo periodo", continua a spiegare il premier. 

Contingente italiano - La mossa di Berlino, che manderà 650 soldati in Mali, potrebbe però aprire nuove vie di collaborazione. Anche Roma, questo sarebbe al centro dell'incontro tra i due leader, potrebbe mandare un suo contingente in scenari meno caldi di quello del Califfato, ma altrettanto importanti. Secondo le prime indiscrezioni, Hollande chiederà a Renzi di inviare soldati italiani in Libano, Mali e Sahel, segnale di collaborazione militare pratica e soprattutto un modo per "liberare" i militari francesi per il fronte vero, interno ed esterno. 

(Libero)

Paola Taverna: "L'ora delle balle è finita, vi abbiamo sgamato!"


L’ora delle balle è finita. Come si dice a Roma, vi abbiamo “s...
L’ora delle balle è finita. Come si dice a Roma, vi abbiamo “sgamato”. Avete le ore contate.
Posted by Il Grillo Parlante on Mercoledì 19 agosto 2015

Crozza ridicolizza Gasparri: "Quando parla di guerra deve evitare di dire cazzate"


CROZZA RIDICOLIZZA L'INTELLIGENTONE GASPARRI
CROZZA RIDICOLIZZA L'INTELLIGENTONE GASPARRI
Posted by Il Grillo Parlante on Domenica 22 novembre 2015

"Siete tutti corrotti, tranne il M5S" Un cittadino sfancula Delrio e tutta la classe politica



"Siete tutti corrotti, tranne il 5 Stelle" Cittadino ferma il Ministro Delrio e glie ne dice 4.Condividete! Fate vedere questo video a tutti!
Posted by TzeTze on Giovedì 1 ottobre 2015

Grasso spiazza il Parlamento: "Grave errore sostenere milizie"


"Tutti i nostri Paesi condividono la precisa responsabilità di non avere saputo predisporre credibili strategie e politiche comuni per influire sul corso degli eventi risparmiare morti, sofferenza, crisi economica, instabilità". Lo dice il presidente del Senato Pietro Grasso a Firenze. Riguardo l'Isis, Grasso parla di "gravi errori di calcolo di chi ha sostenuto milizie varie perdendone spesso il controllo". 

(ANSA)

La Russia reagirà all'abbattimento del caccia Su-24 con aumento raid contro ISIS



Se in Turchia qualcuno voleva abbattere un aereo come atto di intimidazione contro la Russia, ha fatto male i suoi calcoli, ha dichiarato il deputato della Duma Alexey Pushkov. 

Mosca reagirà all'abbattimento del caccia Su-24 in Siria con un incremento delle operazioni contro lo "Stato Islamico" (ISIS), ha affermato il presidente della commissione Esteri della Duma Alexey Pushkov. 

" "A mio parere, non ho dubbi, una delle conseguenze sarà il rafforzamento delle operazioni militari della Russia contro ISIS. Se qualcuno ad Ankara pianificava una campagna di intimidazione contro la Russia, ha fatto male i suoi calcoli, perchè ha arrecato gravissimi danni ai rapporti con questo atto intimidatorio non raggiungerà i propri obiettivi," -- ha detto Pushkov ai giornalisti.

Il parlamentare ha aggiunto che durante l'incontro alla Duma con il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem ha espresso questo punto di vista. 

(Sputnik)

mercoledì 25 novembre 2015

Elezioni amministrative a Torino: il Pd ora trema. Fassino non ha ancora deciso e la candidata grillina fa paura



Tra “l’Amleto Fassino”, la sinistra anti-Renzi e la giovane mamma grillina, le elezioni comunali a Torino del giugno 2016 rischiano di dimostrarsi più complicate del previsto per il premier. Proprio nella città che sembrava più blindata per il Pd. E invece, nelle ultime settimane, due fattori stanno creando nervosismo nel capoluogo piemontesi. In primo luogo, il sindaco uscente Piero Fassino, nonostante il pressing del Pd locale e nazionale, non ha ancora annunciato la ricandidatura. Alimentando così i sospetti di chi, anche a Roma, sussurra nei corridoi di Montecitorio che “a 67 anni Piero non ne ha più voglia di fare il sindaco, vorrebbe un incarico a Roma”.
Chi lo conosce bene però assicura che “mai e poi mai Fassino metterebbe a rischio la sua città e il suo partito per una esigenza personale”. E dunque, stando a queste ultime fonti, la ricandidatura dovrebbe essere solo questione di giorni. Il sindaco ha visto per alcuni minuti Renzi sabato scorso, a margine di un convegno alla Reggia di Venaria, guarda caso una delle cittadine della ex “cintura rossa” passata mesi fa in mano ai Cinque stelle. Nessuna dichiarazione ufficiale dei due, ma nel sorriso del premier c’è chi ha colto la certezza che “Piero non si chiamerà fuori”. E del resto, a pochi mesi dal voto, per il Nazareno –impegnato nelle difficili partite di Roma, Napoli e Milano- aprire la delicata partita della successione anche a Torino sarebbe un grosso problema. All’orizzonte non si vedono candidati forti, bisognerebbe aprire il file delle primarie, con tutti i rischi del caso.
E così tutti aspettano che l’Amleto Fassino passi il Rubicone. “Deve farlo entro due settimane al massimo”, spiega ad Huffpost il deputato Giacomo Portas, leader dei Moderati, una forza che a Torino città viaggia sul 10%. “Deve farlo in fretta e iniziare a raccontare ai torinesi il buon lavoro che ha fatto. Torino è diventata in questi anni la terza città italiana per numero di turisti, un risultato impensabile”. L’ipotesi è che Fassino sciolga il nodo nei prossimi giorni, in occasione della conferenza programmatica del Pd di Torino.
In questi giorni, in realtà, il sindaco è alle prese con le fibrillazioni della sua maggioranza, dopo che Sel si è sostanzialmente chiamata fuori e sta preparando una campagna elettorale anti-Pd, candidando il rosso ex Fiom Giorgio Airaudo. Il casus belli di queste ore è la riforma delle circoscrizioni: la soluzione trovata pare accontentare l’opposizione di centrodestra, ma Sel ha annunciato voto contrario, confermando il clima da separati in casa tra dem e vendoliani, e anche alcuni malumori tra i dem. Non solo, anche le anime di Sel più vicine al Pd, che vorrebbero presentare una lista di sinistra a sostegno di Fassino, sono molto critici verso questa riforma, che invece di ridurre i quartieri da 10 a 6 si ferma salomonicamente a 8.
Insomma, il clima dentro la maggioranza è molto lontano da quello del 2011. E in campo, forti come mai nel passato, ci sono i grillini. Che hanno già scelto la loro candidata, la trentenne Chiara Appendino, bocconiana, telegenica, figlia di un ingegnere e sposata con un giovane imprenditore, con una nota in più: a gennaio partorirà una bambina, e dunque farà la campagna elettorale tra una poppata e l’altra. Un rischio per i dem, visto che la neomamma plasticamente mostrerà la novità M5s contro il vecchio ex segretario di partito, che in città è molto rispettato ma non troppo amato. Una volta, durante una lunga seduta del consiglio comunale, Fassino l’ha definita una “Giovanna d’Arco moralista”. Lei insiste molto sul tema della povertà in città e annuncia, da copione, drastici tagli ai costi della politica. Una candidata insidiosa, soprattutto se Fassino non dovesse vincere al primo turno. Al ballottaggio, nella sfida uno contro uno, il Pd avrebbe da tremare. Soprattutto se la sinistra dovesse decidere di non fare alleanze con i dem al secondo turno. Per questo Portas invita tutti alla prudenza: “Non bisogna avvelenare i pozzi, al secondo turno dovremo allearci”. Per ora l’ipotesi appare improbabile. Airaudo ha già impostato una campagna molto anti-Pd, come chiede parte della dirigenza nazionale della neonata Sinistra italiana. “La sinistra in questa città si è persa lentamente”, ha detto Airaudo pochi giorni fa in un’intervista a Libero. “A livello nazionale se possibile va ancora peggio. Fassino se lo vedi pensi al grigio, si è logorato nell’apparato”. L’obiettivo di questo gruppo è arrivare almeno al 10%. In quel caso, il rischio per il Pd sarebbe un replay del caso Pastorino in Liguria. Solo che il centrodestra a Torino non ha chance, e il beneficiario sarebbe il M5s.
Anche i grillini hanno le loro spine. La Appendino, consigliera comunale uscente, è stata scelta dal un “gran consiglio” di 250 persone, senza web e senza partecipazione popolare. Il capogruppo in Comune Vittorio Bertola si è sentito spodestato, escluso anche dall’ipotesi di un ticket. E ha sbattuto la porta. "Mi sarei atteso più trasparenza e democrazia on-line. Temi che il Movimento sta abbandonando, anche per questo mi sento sempre più fuori posto", si è sfogato in un’intervista alla Stampa. Non mi è piaciuto che la scelta sia arrivata da una riunione di partito chiusa, invece che da un’assemblea aperta per lo meno agli iscritti al portale nazionale: forse il risultato sarebbe stato un po’ diverso. All’assemblea erano cento attivisti, l’apparato appiattito su Appendino”. Parole molto dure tra i due colleghi di partito sui banchi del Comune. L’altra volta furono eletti solo in due. Stavolta, dopo la conquista dei Comuni di Rivalta e Venaria, i grillini puntano al piatto grosso. Per farlo, puntano su una ragazza che ha buoni rapporti nella borghesia torinese, quella che magari votava a destra ma si è stancata. E che, a sua volta, cerca di interpretare il malessere dei ceti più popolari. Un profilo pericoloso per l’Amleto Fassino, candidato suo malgrado.

VERGOGNA AL SENATO! Ugo Sposetti (pd) difende a spada tratta il vitalizio dei condannati!


Senatoe PD vergognoso DIFENDE vitalizi condannati
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Posted by W IL M5S on Mercoledì 25 novembre 2015

Ecco l'ultma FARSA di Renzi: "500 euro ai giovani"



Un governo inetto ed incapace di fare una manovra economica che aiuti gli italiani a rischio povertà (il 28,3% dell'intera popolazione) si limita solo a fare annunci a promettere bonus utili solo per la propaganda come fossero caramelle. L'elemosina al potere. Gli italiani trattati come mendicanti.
Ha iniziato con gli 80 euro in busta paga che non hanno avuto alcun effetto nella possibilità di spesa degli italiani, voto di scambio per le europee.
Poi c'è stato il bonus pensioni, una presa per il culo agli anziani che non verranno mai risarciti di quello che gli è stato sottratto dalla Legge Fornero votata dal Pd.
Adesso 80 euro al mese ai poliziotti, un insulto alle forze dell'ordine che al massimo con quei soldi si rattopperanno le divise o pagheranno la benzina che lo Stato non gli fornisce.
Arriva ora anche il bonus di 500 euro per chi compie 18 anni nel 2016 da utilizzare per cinema e teatri. Nessuna risposta concreta invece per il futuro di questi ragazzi che vanno a scuola in luoghi fatiscenti e che al primo contratto di lavoro capiranno che non hanno più alcun diritto a causa del Jobs Act. Una misura maldestra per conquistarsi i giovani che come dimostrato dalle rilevazioni votano il M5S. I giovani non si vendono per un'elemosina, hanno il sogno di cambiare questo Paese, si informano in Rete e un bugiardo lo riconoscono subito (come infatti è avvenuto).
Il Paese continua a sprofondare, i cittadini non si sentono sicuri, la disoccupazione galoppa, gli anziani sopravvivono con pensioni da fame: il governo risponde con i bonus.
Tieniti i tuoi bonus e approva il Reddito di Cittadinanza che c'è in tutta Europa eccetto che in Grecia e in Italia. Un reddito di dignità che serve anche a rilanciare l'economia.

La Corte dei Conti archivia il caso Renzi-scontrini. Vergogna



Non ci sono abbastanza elementi per avviare un’azione di responsabilità. Per questo la Corte dei Conti della Toscana ha archiviato l’inchiesta sulle spese del premier Matteo Renzi quando era sindaco di Firenze, negli anni dal 2009 al 2014.  Sono stati esaminati gli scontrini delle spese sostenute dall’allora sindaco. Non verranno quindi chiesti ulteriori approfondimenti d’indagine.
Il fascicolo era stato aperto a seguito delle dichiarazioni del ristoratore fiorentino Lino Amantini, che domenica 11 ottobre aveva al raccontato al Fatto Quotidiano come ai tempi di Matteo Renzi sindaco fosse abitudine inviare le fatture dei pasti del primo cittadino direttamente a Palazzo Vecchio: ” Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un’infinità – raccontava Amantini – E poi si mandava la fattura direttamente in Comune”.
Il giorno successivo, il premier aveva prontamente commentato le parole del ristoratore fiorentino: “Io ho messo online tutte le spese, per primo in Italia. E tutte le volte che ho mangiato con mia moglie e la mia famiglia ho pagato di mio, come è ovvio. Sia da Lino che da altri – aveva risposto via sms al Fatto – Peraltro tutte le mie spese dal 2004 al 2013 sono state al vaglio nome per nome, pranzo per pranzo, di Pm e Corte dei conti. Non è possibile che Lino dica che il Comune pagava le mie cene con mia moglie”.
In parallelo con l’inchiesta della Corte dei Conti, la vicenda ha scatenato diverse polemiche a Palazzo Vecchio: da una parte i consiglieri di opposizione che per tutto il mese di novembre hanno chiesto di poter visionare gli scontrini. Dall’altra l’attuale sindacoDario Nardella (vice di Renzi fino al 2014) che ha sempre negato l’accesso agli atti: “La Procura della Corte dei conti ha aperto un’inchiesta in merito pertanto il tutto è coperto da riservatezza”, spiegò il sindaco. Con la chiusura del fascicolo da parte della Procura, Nardella dovrà mostrare gli scontrini a tutti consiglieri comunali. Solo così verrebbero sciolti i dubbi di Tommaso Grassi,consigliere di Sel. L’8 novembre scorso aveva dichiarato: “Ormai è chiaro come il sole che hanno qualcosa da nascondere”.
Per Nardella la questione è chiusa: “L’archiviazione è un’ottima notizia – ha affermato – Mi auguro che finisca una volta per tutte questa campagna diffamatoria vergognosa.  Siamo sempre stati convinti della correttezza dei nostri comportamenti, sia nel mandato Renzi che nel mio”.  Per Grassi, invece, la questione si chiuderà quando avrà visionato gli scontrini. “Ora non ci sono più scuse - ha dichiarato in una nota – Devono darmi copia degli scontrini di Renzi. Non ci sono veti né inchieste. Entro domani devono consegnarmeli. Agli elettori a tutti i cittadini e le cittadine dobbiamo una trasparenza che è mancata troppo a lungo”. In caso contrario, Grassi ha annunciato che farà ricorso al Tar i cui termini scadono il 5 dicembre.