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martedì 17 novembre 2015

Enrico Mentana: "Non si va in guerra perché lo ha deciso qualcuno"


Enrico Mentana interviene nel dibattito sull'eventualità di un aiuto militare alla Francia nella sua campagna in Siria e usa parole molto critiche.

In un lungo intervento su Facebook il direttore del TG La7 spiega il suo punto di vista.
"Hollande dichiara che la Francia è in guerra e chiede la solidarietà attiva dell'Europa, in base all'articolo 42.7 del Trattato della UE. Se questo si dovrà tradurre nella partecipazione ad azioni belliche credo che il nostro paese dovrebbe dire di no. Non si fa una guerra perché l'ha deciso la Francia, così come - con piena ragione - la Francia disse di no alla guerra in Iraq che volevano Bush e Blair".
Il giornalista poi riporta alla memoria quanto successo solo un mese e mezzo fa, onde evitare che qualcuno se ne dimentichi: "Quando Parigi decise di bombardare le postazioni Isis in Siria, sette settimane prima degli attacchi di venerdì scorso, fu proprioRenzi a ricordare che l'Italia "è contro blitz e strike" non concertati, e che bisognava evitare una Libia bis, cioè il capolavoro alla rovescia creato dai bombardamenti anti-Gheddafi attuati già allora dalla Francia".
Mentana però, non abbraccia il pacifismo senza se e senza ma, ma puntualizza come la guerra non debba essere né una scelta di pancia né una scelta abbracciata solo perché fatta da qualcun altro: "L'Isis fa riferimento ai bombardamenti francesi di queste settimane nella rivendicazione degli attacchi di venerdì. E allora: massima solidarietà a Parigi, ma gli atti di guerra si decidono insieme, e non con la politica del fatto compiuto. E sia chiaro: non per paura o pacifismo cieco. C'è nella storia sempre un momento in cui la guerra si fa inevitabile, per i valori in cui si crede. Ma non quando e perché l'ha deciso un altro."

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