Dopo il caso Quarto, Chi ne esce più forte? M5s o PD?

lunedì 1 giugno 2015

Elezioni regionali, tracollo del Pd: cresce opposizione interna



Il Pd ha vinto "5-2", ma la sconfitta in Liguria è uno schiaffo al presidente del Consiglio Matteo Renzi, in quanto Raffaella Paita era la più renziana tra i candidati dem. Leggiamo sul Fatto Quotidiano

"Il Pd parla di 5-2, perché conferma le Regioni che già guidava alla vigilia delle elezioni, anche se in qualche caso con molta fatica, come in Umbria, e strappa la Campania dove - a scrutinio in corso - è in testa Vincenzo De Luca (due punti di vantaggio sul governatore uscente Caldoro a mille sezioni ancora da scrutinare).

Ma a parte le conferme dei democratici in Toscana (Enrico Rossi), Puglia (Michele Emiliano), Marche (Luca Ceriscioli) e della Lega Nord in Veneto (Luca Zaia), la faccia-simbolo di questa tornata elettorale è quella di Giovanni Toti, nuovo presidente di Regione in Liguria. C'è da capire solo se il consigliere politico di Berlusconi avrà la maggioranza in consiglio: a spoglio quasi ultimato è al 34,6%, per governare serve il 35%.

Altro lato della medaglia è Raffaella Paita, emblema della prima sconfitta di Matteo Renzi. E' 5-2 ma perde la più renziana dei candidati democratici che dà la colpa al candidato di "sinistra-sinistra" Luca Pastorino (fuoriuscito del Pd, civatiano, sostenuto da Cofferati) che rastrella meno del 10 per cento, un gruzzolo che comunque non sarebbe bastato per portare la burlandiana Paita alla vittoria
". 

Luigi Di Maio del M5S parla di "risultato esaltante": 

"In una giornata nella quale, peraltro, il M5s veleggia in Liguria, Puglia, Marche e Campania, confermandosi secondo partito - in termini di voti assoluti - a livello nazionale e mettendo a segno per la prima volta un risultato convincente in un passaggio di elezioni amministrative (nelle quali invece di solito i grillini faticano non poco). "E' una giornata storica" esulta la candidata ligure Alice Salvatore (che gli exit poll avevano illuso mettendola in un testa a testa con Toti, poi smentito dai voti reali). "Un risultato esaltante" secondo il membro del direttorio Luigi Di Maio che lancia il movimento verso la conquista del governo nazionale: "Siamo pronti a sfidare Renzi"." 

E intanto nel Pd si intravedono i primi malumori, come riporta Ilvelino.it

"Il fastidio per l'opposizione a Renzi da sinistra cresce nella sede di Largo del Nazareno, soprattutto considerando la vittoria di Toti in Liguria, attribuita senza ombra di dubbio alla divisione in casa Pd e alla candidatura autonoma di Luca Pastorino, che invita il suo ex partito a fare un esame di coscienza" mentre la sconfitta Raffaella Paita parla di "vigliaccata". Al Nazareno si esulta per la Campania che torna a sinistra, ma su De Luca, uno degli "impresentabili" secondo la lista della Commissione Antimafia, pende ancora la mannaia della Legge Severino. L'Umbria resta "bastione rosso" solo al fotofinish e il vice presidente Matteo Orfini ammette: "Sapevamo che poteva essere complicata, a questo livello non ce lo aspettavamo". È nelle regioni centrali che il Pd "tiene", con percentuali sul 35-36% e la punta Toscana al 46%. Ma non si può dire che i governatori eletti siano esattamente "renziani". Non lo è Enrico Rossi, non lo è tantomeno il neo governatore della Puglia, Michele Emiliano né lo stesso De Luca". 

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