Dopo il caso Quarto, Chi ne esce più forte? M5s o PD?

giovedì 12 novembre 2015

Messina, obbligo di firma per 12 consiglieri: intascavano il gettone delle commissioni senza partecipare



Riuscivano ad essere presenti sempre a tutte le commissioni del consiglio comunale di cui fanno parte e ogni mese raggiungevano iltetto massimo di presenze. Un’attività frenetica che alla fine riusciva a fare collezionare ai consiglieri comunali di Messina il limite massimo di 39 gettoni di presenza ogni 30 giorni, per un’indennità di 2.184 euro. Solo che secondo la Digos, i consiglieri comunali peloritani riuscivano in una tale impresa solo perché taroccavano il registro delle presenze. C’era chi firmava per un collega, senza avere alcuna delega, e anche chi dichiarava falsamente l’esistenza del numero legale, in modo da approvare i verbali della seduta precedente, consentendo ai consiglieri arrivati in ritardo di apporre la propria firma nel registro delle presenze.


È per questo motivo che dodici consiglieri messinesi sono adesso accusati di truffa aggravatafalso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio. Per loro il gip di Messina Maria Militello ha previsto una misura più unica che rara: niente più registro delle presenze autogestito, ma dovranno invece firmare nell’ufficio dei vigili urbani, all’interno del municipio, sia all’inizio che alla fine di ogni assise del consiglio comunale. Si tratta del primo provvedimento della magistratura emesso nell’ambito delle indagini sulle cosiddette Gettonopoli siciliane: un fenomeno che ha trasformato i principali consigli comunali dell’isola in una fabbrica di indennità. I dodici consiglieri comunali messinesi obbligati a firmare davanti ai vigili urbani sono Carlo Abbate, Pietro Adamo, Pio Amodeo, Angelo Burrascano, Giovanna Crifo’, Nicola Salvatore Crisafi, Nicola Cucinotta, Carmela David, Paolo David, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino e Daniele Santi Zuccarello. Altri dieci consiglieri rimangono indagati: si tratta di Elvira Amata, Nino Carreri, Andrea Consolo, Pippo De Leo, Nino Interdonato, Nina Lo Presti, Francesco Pagano, Giuseppe Santalco, Santi Sorrenti e Pippo Trischitta.
La Gettonopoli di Messina comincia nel 2013, quando sono indette le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale: ogni consigliere può sedere al massimo in sei commissioni (in totale sono dieci), e ogni mese può collezione 24 gettoni di presenza. Sempre nel 2013, però, l’ammontare di ogni gettone viene quasi dimezzato: si passa da 100 euro a 56 euro per ogni seduta. Ogni consigliere quindi avrebbe potuto guadagnare un massimo di 1.529 euro. Poco male però: perché nel dicembre del 2013 il consiglio comunale aumenta il limite dell’indennità a 2.184 euro, con un tetto massimo di presenze fissate in 39 gettoni. Da quel momento, documenta la Digos, gli amministratori peloritani non si perdono un attimo della vita politica comunale. Almeno secondo i verbali: in realtà secondo gli investigatori i registri delle commissioni sono taroccati. E spesso i consiglieri compaiono in commissione il tempo necessario per fare scattare il gettone.
Le intercettazioni video, realizzate anche dentro Palazzo Zanca, documentano come i consiglieri volessero a tutti i costi raggiungere la soglia massima dell’indennità, senza però essere presenti a tutte le commissioni. “Devo raggiungere 40 presenze, perché voglio l’indennità, il gettone è un modo per raggiungere l’indennità: me la vuoi riconoscere? A me di fare le commissione non me ne fotte”, è uno dei tanti passaggi agli atti dell’indagine. Ma non solo. Perché a guadagnarci con le commissioni non sono solo i consiglieri comunali, ma anche i datori di lavoro dei fortunati che sono riusciti a farsi eleggere. Secondo la legge, infatti, l’azienda privata che ha tra i dipendenti un eletto in consiglio comunale, può farsi rimborsare la giornata lavorativa del consigliere, quando quest’ultimo è assente per motivi istituzionali. Ovviamente a Messina, dove i gettoni sono costati alle casse comunali quasi 900mila euro l’anno, i rimborsi per i datori di lavoro dei consiglieri non si contano più.

1 commento: