Il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, attraverso una lettera a Dagospia, replica alle accuse che Filippo Facci gli ha mosso dalle colonne di Libero. "Naturalmente non ho imposto alcun veto", chiarisce Travaglio. Ecco la sua ricostruzione: "Oltre un mese fa sono stato invitato a tenere una 'conferenza' agli studenti e a confrontarmi con loro sulla mia esperienza di giornalista e di direttore del Fatto". "'Conferenza agli studenti' significa che un relatore parla e gli studenti pongono domande", scrive, "a un certo punto, quando era tutto organizzato, è spuntato in una mail il solito F.F., non si sa bene a quale titolo. Ho fatto osservare che sono maggiorenne e vaccinato e, quando tengo conferenze, non vado accompagnato dai genitori, né tantomeno da badanti, men che meno da F.F. che non ho piacere di incontrare dopo tutte le falsità che ha scritto in questi anni sul mio conto".
"Non so, né mi interessa sapere, chi abbia pensato di trasformare a mia insaputa la conferenza a cui avevo aderito nel solito talk show, già visto e rivisto infinite volte in tv", puntualizza Travaglio, "sono anni che discuto e a volte litigo in tv con personaggi i più distanti da me, quindi non credo di poter essere accusato di sfuggire al contraddittorio. Siccome poi non è mia abitudine porre veti, ho fatto presente agli studenti che, se tenevano a F.F., potevano invitare lui e non me, e io mi sarei fatto volentieri da parte".
"Credo di essere libero di scegliermi le compagnie che preferisco", conclude Travaglio, "e di evitare quelle che non gradisco, fissando un limite alla decenza: ecco, quel limite per me è F.F.".
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