Scrive Ivan Cimmarusti sul Sole 24 Ore:
«Mi ero fatto carico di 5 assessori, 18 consiglieri comunali e 5 presidenti di municipio» del Comune di Roma, assicura Salvatore Buzzi, il braccio imprenditoriale di Mafia Capitale.
È il verbale d’interrogatorio del 23 luglio scorso a svelare nuovi spaccati della presunta rete di corruzione politica. Un «sistema» che avrebbe interessato, secondo Buzzi, anche l’ex assessore alla Casa Lucia Funari, che avrebbe ottenuto «tangenti per 100mila euro» al fine di «prorogare l’emergenza alloggiativa». Tuttavia queste rivelazioni sono sotto analisi della Procura di Roma, che almeno in una parte già ritiene Buzzi inattendibile. In particolare, nei rapporti con Alemanno, la cui ricostruzione («non gli ho dato soldi», ha detto nei precedenti interrogatori) non risulta «plausibile» sotto un profilo «logico». L’imprenditore, poi, racconta di erogazioni in denaro a «Maurizio Pucci, al tempo della campagna elettorale del 2006, quando gli erogammo finanziamenti e gli mettemmo a disposizione un’autovettura, che lui non voleva più restituire». Le assunzioni chieste e ottenute da Luigi Nieri (non indagato), ex vice di Marino, sarebbero costate «circa 100mila-200mila euro, di gente che lavorava, e fatte in una logica di scambio, in ragione della qualità pubblica rivestita dal vice sindaco».
Particolare di rilievo riguarda il «sistema» degli emendamenti al Bilancio comunale portati dai singoli consiglieri. Secondo Buzzi, in alcuni casi, questi emendamenti avrebbero avuto il fine di ottenere denaro pubblico che poi sarebbe finito nelle casse di Mafia Capitale. «Altri pagamenti, o promesse di pagamenti, sono intervenuti nelle forme che seguono. Vi è stata una promessa del 10% di uno stanziamento, pari a circa 2 milioni di euro, di cui Tredicine (Giordano, ex consigliere di Forza Italia, ndr) e Pomarici (Marco, attuale capogruppo di Noi con Salvini, ndr) avevano la disponibilità in bilancio, con i cosiddetti emendamenti. Mi sono incontrato con costoro in Piazza del Campidoglio, loro mi hanno rappresentato, io ho accettato e, su loro richiesta, ho promesso loro il 10% di tale valore. Altra erogazione materialmente effettuata, con riguardo ai cosiddetti emendamenti, riguarda Pedetti.
Nel novembre del 2014, egli mi chiese un prestito di 10mila euro, che io gli accordai in contanti, come da sua richiesta, prelevandoli dalla cassa nera, ottenendo in garanzia un assegno che è stato rinvenuto in cassaforte in sede di perquisizione. In realtà, poi, convenimmo, su sua richiesta, che egli non mi avrebbe restituito tale somma, ma che avrebbe orientato in un settore a me favorevole l’emendamento di cui disponeva di circa 60-70mila». Emendamenti, inoltre, sarebbero stati fatti in favore di Buzzi anche da Giansanti (Luca, ex capogruppo Lista Marino, ndr) e Ferrari (Alfredo, ex presidente commissione Bilancio, ndr). Sempre con Ferrari, mi sono accordato per un compenso, compreso tra il 5 e il 10%, su una somma di 400mila euro, che costituiva l’emendamento, inteso come il potere di stanziamento in bilancio, che spettava a lui e Onorato (Alessandro, capogruppo, ndr) della Lista Marchini. Non ho mai parlato sul punto con Onorato»
Nessun commento:
Posta un commento