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giovedì 20 agosto 2015

Bugani contro la candidatura di Sgarbi a sindaco di Bologna "lui ha solo una grande arroganza ed è un gran furbacchione"


Il candidato Sindaco di Bologna Massimo Bugani del Movimento 5 Stelle, commenta così la candidatura di Vittorio Sgarbi a Sindaco:

Sentivamo proprio la mancanza di Vittorio Sgarbi a Bologna. Niente, Forza Italia non ce la può fare, o candida rinviati a giudizio oppure pesca questi personaggi. "Ah no - mi si dirà - stavolta ti sbagli, lui ha una grande cultura." No cari miei, lui ha solo una grande arroganza ed è un gran furbacchione. Povera Bologna.
 

Prendendo come riferimento un articolo del Fatto Quotidiano in cui si parlava della condanna per truffa di Sgarbi: 

Dal libro "La Repubblica delle banane - affari e malaffari di trenta potenti nelle sentenze dei giudici" di Peter Gomez e Marco Travaglio (Editori riuniti, 2001) 

Vittorio Sgarbi Malato immaginario, truffatore vero 

Vittorio Sgarbi, critico d'arte, anchorman televisivo, ex deputato di Forza Italia, già presidente della commissione Cultura, e attuale sindaco di Salemi, è un truffatore dello Stato. Per tre anni ha disertato il suo ufficio alla Soprintendenza di Venezia con scuse puerili, dalle malattie piú improbabili a una fantomatica "allergia al matrimonio", per farsi gli affari suoi: scrivere libri, comparire in tv, frequentare salotti e varie mondanità. Cosí, dal 1996, è un pregiudicato per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, avendo riportato una condanna definitiva a 6 mesi e 10 giorni di reclusione e 700 mila lire di multa.

Il processo di primo grado s'è celebrato nella primavera-estate 1994 davanti al pretore Antonino Abrami di Venezia, mentre il deputato-imputato veniva felicemente promosso dal Polo presidente della commissione Cultura. Ecco le accuse contenute nel capo d'imputazione a carico di Sgarbi, processato in condominio col suo compaesano e medico di fiducia Andrea Zamboni:

1) Truffa: "previo accordo e in concorso tra loro, con piú azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, con l'artificio e il raggiro consistente nel presentare lo Sgarbi, onde ottenere aspettative "per motivi di famiglia" - motivi peraltro non precisati nelle istanze -, certificazioni mediche redatte dallo Zamboni attestanti inesistenti malattie dello Sgarbi e che supportavano implicitamente la richiesta di aspettativa, cosí inducevano in errore i funzionari del ministero dei Beni culturali e ambientali di cui lo Sgarbi era dipendente presso la Soprintendenza per i Beni artistici e storici del Veneto, conseguendo in tal modo lo Sgarbi illecitamente il vantaggio della conservazione del posto di lavoro, con correlativo danno per lo Stato, costringendo l'Amministrazione a oneri altrimenti non sostenuti, in particolare al pagamento di oneri assistenziali per l'assicurazione contro le malattie a favore dello Sgarbi stesso, sempre con pari danno per lo Stato".
 

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