Dopo il caso Quarto, Chi ne esce più forte? M5s o PD?

lunedì 6 luglio 2015

Grecia, le cinque mosse di Mario Draghi in caso di Grexit: la Bce può fermare il contagio nell'Eurozona

Tutti gli occhi e le speranze europee sono rivolti all'ultimo scoglio al quale potersi aggrappare prima che la tempesta greca scoppi sul serio. Lo scoglio è la Bce di Mario Draghi che nelle prossime ore discutera in videoconferenza con i governatori delle banche centrali dell'eurozona il da farsi per arginare la crisi di Atene e l'eventuale uscita dall'euro greca. Il nodo è sui fondi Ela, la fornitura di liquidità d'emergenza che la scorsa settimana non aveva subito variazioni, rimanendo stabile a 89 miliardi. Cifra minima per far fronte alla crescente fuga di capitali dalla Grecia verso l'estero, ma che di fatto non potrà essere sufficiente troppo a lungo. E se da un lato c'è da salvare il salvabile in Grecia, dall'altro c'è da evitare che il tracollo possa portare con sé tutta l'eurozona. Da Francoforte insistono che gli strumenti per tenere botta ci sono, la questione sono modi e tempi, considerando alcune scadenze cruciali. A cominciare da quella del 20 luglio prossimo, quando scadranno i titoli dek debito greco per 3,5 miliardi di euro, cui devono aggiungersi 750 milioni di cedole. Sono obbligazioni acquistate dalla Bce fra il 2010 e il 2012 con il programma Smp per soccorrere il mercato del debito dei Paesi in difficoltà acuta. Complicato che Atene trovi quei soldi per tempo. Dopo l'Fmi, ci sarebbe un altro creditore che rimane a bocca asciutta. A quel punto la permanenza nell'euro per la Grecia sarebbe quasi impossibile.


Convincente - La fiducia negli ambienti economici europei è tutta nella capacità persuasiva di Draghi, oltre che di alcuni banchieri centrali. Sull'irreversibilità dell'euro, il governatore della Bce aveva rasserenato tutto con quel "whatever it takes". Era il 2012 e la fase acuta della crisi nell'eurozona per un po' si era allontanata.

QE - Altro strumento a disposizione di Draghi è il Quantitative easing con l'acquisto di 60 miliardi di euro al mese di titoli di Stato. Il governatore potrebbe aumentare il tetto, anche se gli acquisti non sono mirati solo a chi ne ha bisogno, ma a tutti, quindi Germania compresa, che non ne avrebbe granché bisogno.

OMT - C'è una scuola di pensiero tra gli economisti che insiste sulla necessità di spingere sull'Outright monetary transactions, cioè l'acquisto illimitato di bond sul mercato secondario. Con l'Omt si conterrebbe il contagio sugli spread se la Grecia dovesse uscire dall'euro, ma il limite sta nel fatto che a beneficiarne possono essere solo Paesi con cui è stato avviato un piano di aiuti da parte del Fondo salva-Stati.

Le novità - Non di solo Omt e Qe può vivere la politica economica europea in caso di crisi. Lo sostiene Benoit Coeure, membro del Consiglio esecutivo della Bce. Oltre agli stumenti finora messi nero su bianco, e in parte già messi all'opera, la Bce potrebbe usare nuove armi, per esempio l'acquisto di obbligazioni bancarie, corporate bonds e excgange traded funds.

Stop - L'ultima ipotesi, neanche tanto remota, sulle mosse che potrebbe intraprendere Draghi è quella che potrebbe non fare assolutamente niente. Già la scorsa settimana, quando sembrava crollare tutto dai negoziati Ue - Grecia all'incognita dell'esito referendario, i mercati in realtà non hanno avuto il tonfo temuto. Rispetto a cinque anni fa, gli investitori sono già in allerta e l'Eurozona sembra più solida di allora. E poi ci sono i paesi più in difficoltà come Irlanda, Spagna e Portogallo che registrano ancora rendimenti bassi, ma con economie in miglioramento e quindi meno preoccupanti.

Nessun commento:

Posta un commento