"Greci, votate per salvare la democrazia" - I grandi economisti sostengono Alexis Tsipras. E' questo il titolo dell'Espresso ad un articolo di Luca Steinmann nel quale viene scritto come Piketty, Stiglitz e Krugman concordano sul fatto che dalla crisi greca vi sia solo una via d'uscita: quella di opporsi ai disegni della troika. Che sta portando l'Europa alla fame e lontana dai popoli. Ecco parte dell'articolo
L'esito del referendum che si terrà in Grecia è ancora incerto, ma i greci stanno ricevendo pressioni e consigli da tutto il mondo su come decidere. Se naturalmente dall'Europa arrivano inviti a votare a favore del saldo dei debiti, non sono dello stesso parere i maggiori economisti internazionali, che ritengono che con l'austerità sia in pericolo non solo l'economia, ma anche la libertà democratica.
A sostenere Tsipras a spada tratta è l'economista francese Thomas Piketty. Da molti considerato come un economista di sinistra, Piketty rifiuta questa etichetta, preferendo essere considerato come colui che "tenta di smontare le ipocrisie delle cancellerie europee". Dal suo punto di vista "Syriza è l'ultima spiaggia dell'Europa, dove la tensione è talmente alta che sta per scoppiare". Sostenere il governo greco vuole dire promuovere un'auspicabile "revisione totale dell'attuale politica basata sull'austerity che sta uccidendo il Sud dell'eurozona".
Sul banco degli imputati per questa situazione porta Jean-Claude Juncker - "un ipocrita che per vent'anni ha condotto il Lussemburgo a una sistematica depredazione dei profitti industriali del resto d'Europa" - e soprattutto la Germania. Definendo l'odierna situazione greca come post-bellica, " ricorda ai tedeschi dei maxi-condoni sui propri debiti di cui usufruirono nei due dopoguerra , che permise loro di finanziare la ricostruzione e la prepotente crescita degli anni successivi" alla quale si deve l' odierna forza economica e politica di Berlino . L'unico modo possibile per salvare la Grecia e l'Europa, dunque, è di non costringere la prima a pagare i debiti fino all'ultimo euro. Votando per il no i greci contribuirebbero dunque a fare ripartire non soltanto il proprio paese ma tutto lo sviluppo europeo. LEGGI QUI L'ARTICOLO ORIGINALE
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