Dopo il caso Quarto, Chi ne esce più forte? M5s o PD?
venerdì 31 luglio 2015
Assunzioni scuola, migliaia di precari costretti all'emigrazione forzata
E' partito il "click day" per presentare le domande di assunzione nella scuola, tanto strombazzate dal Presidente del Consiglio. Se immaginate torme di precari col dito sul mouse, pronti a cliccare per l'occasione della vita, ebbene ripensateci: almeno la metà degli aventi diritto sta seriamente considerando di lasciar perdere.
Questo la dovrebbe dire lunga su che razza di "grande opportunità" abbia apparecchiato il governo ai precari dopo tante promesse. Il funzionamento di tutta l'operazione, intanto, è stato probabilmente affidato all'Ufficio Complicazione Affari Semplici: l'assunzione avverrà in 4 fasi, chiamate 0, A, B e C. Le prime due comprendono le graduatorie provinciali, in cui i precari avranno la possibilità di passare in ruolo nella zona dove già insegnano magari da anni o persino decenni.
Il bello arriva, però, quando si passa alle due fasi finali, che prevedono graduatoria nazionale e coinvolgono circa 60 mila docenti. A costoro, spesso padri o madri di famiglia di mezza età, con casa e figli, il complicato meccanismo prospetta un drastico prendere o lasciare: o sei disposto a trasferirti armi e bagagli dall'altra parte del Paese, oppure addio cattedra. E naturalmente, indovinate a chi tocca il boccone più amaro? Ai precari più bravi del Sud, costretti come da tradizione a dolorose migrazioni là dove mancano le coperture al Nord, e spesso in grandi città dove la vita è cara e si rischia quindi di scassare le finanze familiari anziché risolvere un problema. Non solo: tutto ciò lascerà vacanti tante cattedre al Sud, e disoccupati i precari di seconda fascia al Nord.
La carica delle "centomila assunzioni" del Governo si sta insomma rapidamente trasformando nella solita debacle italica, treni che vanno su e giù, gente che resta disoccupata a casa sua, altri costretti ad una stupida emigrazione, classi che si ritrovano senza insegnanti.
Così, molti precari stanno malinconicamente pensando di rinunciare a questa "grande opportunità", preferendo tenersi lo stipendio di supplenti là dove possono usarlo interamente per la famiglia invece di sperperarlo in inutili trasferte.
Questa è quella che viene chiamata "buona scuola", nella politica del "fare". Quando chi è al governo non sa cosa serve davvero ai cittadini, e probabilmente se ne infischia anche di saperlo, il risultato è un pastrocchio indecoroso. Un qualsiasi consiglio di classe avrebbe sicuramente saputo far di meglio.
Altra porcata PD, bocciato l'emendamento dei 5 stelle per tagliare 100 milioni al Senato
La proposta del M5S per tagliare 100 milioni di spese in Senato è stata bocciato dal Partito Democratico. Lo ha fatto sapere tramite Facebook il deputato 5 Stelle Luigi Di Maio:
"Abbiamo proposto 5 semplici punti per tagliare 100 milioni di euro dal Senato della Repubblica. Sarebbero bastate 10 semplici votazioni in 10 minuti e i cittadini italiani avrebbero risparmiato decine di milioni di euro delle proprie tasse. Solo chi si nutre di sprechi e privilegi non vota proposte di buon senso come queste. Il Pd infatti ieri ha bocciato i nostri tagli, con le giustificazioni più raccapriccianti.
Se vorrete permettere al Movimento 5 Stelle di governare questo Paese, questa roba la taglieremo in 10 minuti. Non avremo alcun problema a farlo, noi a queste assurdità abbiamo già rinunciato, senza aspettare Leggi".
"Abbiamo proposto 5 semplici punti per tagliare 100 milioni di euro dal Senato della Repubblica. Sarebbero bastate 10 semplici votazioni in 10 minuti e i cittadini italiani avrebbero risparmiato decine di milioni di euro delle proprie tasse. Solo chi si nutre di sprechi e privilegi non vota proposte di buon senso come queste. Il Pd infatti ieri ha bocciato i nostri tagli, con le giustificazioni più raccapriccianti.
Se vorrete permettere al Movimento 5 Stelle di governare questo Paese, questa roba la taglieremo in 10 minuti. Non avremo alcun problema a farlo, noi a queste assurdità abbiamo già rinunciato, senza aspettare Leggi".
giovedì 30 luglio 2015
Caso Azzollini, Diego Fusaro distrugge i partiti: "E' stato rottamato il buon senso"
Diego Fusaro: "È il capolavoro del potere!" In Onda La7 (30 luglio 2015)
È il capolavoro del potere quando si pensa che il nemico sia chi sta più in basso di noi e non chi sta sopra di noi!"Diego Fusaro"In Onda #La7 (30 luglio 2015)
Posted by Nuccio Mancarella on Mercoledì 29 luglio 2015
ANDREA SCANZI DEMOLISCE SALVINI E LA LEGA IN POCHI MINUTI
Andrea Scanzi demolisce Matteo Salvini
Andrea Scanzi demolisce la Lussana e Matteo Salvini
Posted by Nuccio Mancarella on Mercoledì 4 marzo 2015
Un autista dell'ATAC di Roma distrugge Romano (PD) in diretta TV: "Incompetente, non vuole il bene dei cittadini"
Micaela Quintavalle vs Andrea Romano (PD): "Lei è un incompetente, non vuole il bene dei cittadini!"
Micaela Quintavalle vs Andrea Romano (PD): "Lei è un incompetente, non vuole il bene dei cittadini!"Micaela Quintavalle, autista dell'ATAC invitata in studio, difende Marcello De Vito Capogruppo M5S Roma, e racconta la verità sui tanti disservizi del trasporto pubblico romano.
Posted by Nuccio Mancarella on Martedì 28 luglio 2015
Ridicolo Zanda (PD) davanti alle telecamere sul caso Azzollini. Ecco cosa ha avuto il coraggio di dire
Le dichiarazioni in stato confusionale di Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, che per difendere il salvataggio di Azzollini da parte del Pd fa una memorabile arrampicata sugli specchi accusando il M5S di anti democrazia. Sguardo basso, farfugliamenti, tono di voce sempre più basso. Libertà di coscienza Pd: libertà dipisciare in bocca agli elettori.
"Considero molto grave, ...ehm... l'atteggiamento dei 5 Stelle cheeehm... su questioni così serie, così delicate, faccia una così becera, ...ehm... campagna politica. Mi sembra una cosa grave, ...ehm... e sbagliata proprio sotto il profilo istituzionale e democratico. Certamenteeehm... nel mio gruppo c'erano ...ehm... opinioni diverse. Certamente quel che è molto importante ...ehm... ricordare, lo dico con ...ehm... molta certezza e con molta sicurezza, che tutti i senatori del Pd hanno espresso un loro voto ascoltando attentamente il dibattito di oggi, avendo letto la documentazione che era disponibile, avendo tenuto conto di quello che era stato l'orientamento ...ehm... della giunta delle immunità. I nostri componenti alla giunta delle immunità avevano libertà di coscienza come l'avevano i senatori che hanno votato in aula. Anzi uso un'espressione più corretta, non si tratta di libertà di coscienza, ma si tratta di votare secondo il convincimento che liberamente ciascuno si è fatto. Questo valeva per i componenti della giunta e valeva per i senatori dell'aula. In casi come questo nei quali... In casi come questo nei quali il ehm... giudizio ha bisogno di di di approfondimenti, non ci sono... ehm... il "meto"... deve essere valutato con grande... con grande attenzione, stiamo parlando della libertà delle persone, è giusto che ogni parlamentare ...ehm...ehm..., maturi una convinzione e la maturi con ...ehme... la serietà che serve ...ehm... attraverso l'analisi dei documenti, attraverso la ...ehm... l'attenzione sul dibattito, attraverso ...ehm... l'attenzione alle deliberazioni della giunta delle immunità." Luigi Zanda, capogruppo Pd Senato
"Considero molto grave, ...ehm... l'atteggiamento dei 5 Stelle cheeehm... su questioni così serie, così delicate, faccia una così becera, ...ehm... campagna politica. Mi sembra una cosa grave, ...ehm... e sbagliata proprio sotto il profilo istituzionale e democratico. Certamenteeehm... nel mio gruppo c'erano ...ehm... opinioni diverse. Certamente quel che è molto importante ...ehm... ricordare, lo dico con ...ehm... molta certezza e con molta sicurezza, che tutti i senatori del Pd hanno espresso un loro voto ascoltando attentamente il dibattito di oggi, avendo letto la documentazione che era disponibile, avendo tenuto conto di quello che era stato l'orientamento ...ehm... della giunta delle immunità. I nostri componenti alla giunta delle immunità avevano libertà di coscienza come l'avevano i senatori che hanno votato in aula. Anzi uso un'espressione più corretta, non si tratta di libertà di coscienza, ma si tratta di votare secondo il convincimento che liberamente ciascuno si è fatto. Questo valeva per i componenti della giunta e valeva per i senatori dell'aula. In casi come questo nei quali... In casi come questo nei quali il ehm... giudizio ha bisogno di di di approfondimenti, non ci sono... ehm... il "meto"... deve essere valutato con grande... con grande attenzione, stiamo parlando della libertà delle persone, è giusto che ogni parlamentare ...ehm...ehm..., maturi una convinzione e la maturi con ...ehme... la serietà che serve ...ehm... attraverso l'analisi dei documenti, attraverso la ...ehm... l'attenzione sul dibattito, attraverso ...ehm... l'attenzione alle deliberazioni della giunta delle immunità." Luigi Zanda, capogruppo Pd Senato
mercoledì 29 luglio 2015
“Vaffa…..”, Pelù attacca Renzi e gli manda un chiaro messaggio
“IL SELFIE-ELETTO Renzi , detto renzuska , è stato preso a calci in culo alla festa dell’unità di Roma ed è dovuto scappare senza poter dire le sue quattro fregnacce quotidiane scondite di buonumore berlusconiano. Finalmente anche la base reale di quel-che-resta-del-PD sta ammettendo che uno che SFASCIA la SCUOLA PUBBLICA, LA SANITÀ PUBBLICA, LO STATO SOCIALE, uno che PRIVATIZZEREBBE anche la sua famiglia, uno che promette spiccioli per succhiare vita è assolutamente pronto adANDARSENE AFFANCULO. ELEZIONI SUBITO e che il Presidente Mattarella faccia rispettare la COSTITUZIONE! Stiamo uniti e stiamo rock” Piero Pelù
Tagli alla sanità: Gino Strada attacca il Governo: "Cosi uccidete gli italiani"
“Il fondatore di Emergency in un post su Facebook interviene nel dibattito sul taglio ai costi del sistema sanitario: “Dieci milioni di italiani non possono permettersi un’assistenza adeguata, servono ospedali e non aziende”, continua a leggere…(Fonte Il FattoQuotidiano.it)
Il Post su FaceBook di Gino Strada: “Ma quanto deve “costare” la #sanità? A mio avviso, l’unica risposta intelligente (e carica di giustizia) è: quanto serve, quanto serve per curare al meglio le persone che ne hanno bisogno. Tutte. IdeaImente, non un euro in più, né un euro in meno. I rapporti ufficiali, invece, ci dicono che circa 10 milioni di italiani non possono curarsi come dovrebbero, perché non se lo possono più permettere. La spesa sanitaria italiana è di poco superiore ai 100 miliardi di euro annui. Troppi? Pochi? Chissà. La “spesa sanitaria” è però il costo per lo Stato, o meglio per la collettività, del “sistema sanitario”, non è quanto viene speso per curare le persone. C’è molto di più in quei 100 miliardi l’anno. Certamente ci sono un uso poco razionale delle risorse e la dannosa “medicina difensiva” a dilapidare danaro pubblico. C’è però una cosa nella #sanità che costa più di tutto il resto e che viene ostinatamente censurata: il profitto. In tutte le sue forme, nelle strutture pubbliche come in quelle private “convenzionate”, che ormai da noi funzionano esattamente nello stesso modo. Aziende, non più Ospedali. Il profitto stimato nel settore della #sanità si aggira attorno ai 25 miliardi di euro annui. E se si iniziasse a “tagliare” da lì? Con i soldi risparmiati dando vita ad ospedali non-profit, cioè a strutture che abbiano come obiettivo le migliori cure possibili per tutti e non il pareggio di bilancio, si potrebbe ricostruire una vera #sanità pubblica, cioè un servizio totalmente gratuito, di alta qualità…e molto meno costoso”
Caso Azzollini, Il M5S sbotta in Aula contro il PD: "Fate schifo, vergognatevi"
"FATE SCHIFO!" "VERGOGNATEVI" Il M5S distrugge il PD in aula dopo il voto segreto su Azzolini. Condividete e fate vedere a tutti!
Posted by TzeTze on Mercoledì 29 luglio 2015
Roma al collasso, praticamente fallita. Ecco la verità sui conti della città
" 22 miliardi di Euro di debito al 31 dicembre 2014, milione di euro più milione di euro meno. Questo numero rappresenta la fotografia della situazione economica del Comune di Roma. Una cifra mostruosa, che cresce in maniera costante e del quale l'Amministrazione riesce a pagare gli interessi con estrema fatica: la Capitale è una città praticamente fallita. Alessandria è stata dichiarata in default per un debito di 200 milioni. Parma ha un buco di bilancio di 850 milioni. Napoli è in stato di pre-dissesto. L'Aquila è ancora un cumulo di macerie, perché la ricostruzione non ha finanziamenti adeguati, mentre sono 180 i comuni italiani commissariati per fallimento. Il quadro italiano non è assolutamente rassicurante. In centocinquanta pagine abbondanti dense di numeri e riferimenti storici con il libro "Le città fallite" (Donzelli Editore) Paolo Berdini, urbanista, autore di indagini televisive che hanno scoperchiato lati oscuri dell'urbanistica d'assalto all'ombra del Cupolone, demolisce la politica romana in materia di "cemento". In verità il volume abbraccia anche altre città e altri disastri, ma la parte più rilevante per il lettore della Capitale e per questa recensione è quella che affronta la situazione di Roma, città dove dal 1994 al 2014 la superficie edificata è passata da 31.000 a 55.000 ettari, nonostante la popolazione sia rimasta sostanzialmente invariata inchiodata a 2.600.000 abitanti circa. Si continuano a costruire case nonostante ve ne siano vuote e sfitte a bizzeffe, anche se la popolazione residente non è cresciuta. La colpa di questa situazione devastante, secondo Berdini, è il neoliberismo imperante che ha distrutto il welfare urbano, cancellando la tutela del territorio. L'autore non risparmia nessuno e mette nero su bianco i nomi di tutti quelli che hanno contribuito a questo stato di cose: la cancellazione della legge sulla costruzione delle Case Popolari (siamo diventati un paese ricco e non lo sapevamo!) realizzata praticamente nottetempo, la genesi della famigerata Società Generale Immobiliare e lo sviluppo folle della rendita fondiaria, l'onnipresente Banda della Magliana e la compravendita di un albergo da parte dell'Università di Tor Vergata. La ricostruzione di come si è arrivati a questo stato di cose è cronologica e filologica, l'autore non risparmia una stoccata nei confronti dell'attuale premier Matteo Renzi circa la sua abitazione quando era sindaco di Firenze. La Capitale attende l'arrivo dell'ufficiale giudiziario, ma un cambio di rotta in extremis è ancora possibile almeno fino a quando non si arriverà all'impossibilità per aver costruito tutto il possibile e non ci sarà più possibilità di tornare indietro, come un'automobile che non può fare più marcia indietro perché non c'è più spazio per fare alcuna manovra."
(Affaritaliani)
Il filosofo Fusaro fa a pezzi Monti sulla Grecia: "E' come fare un viaggio nel futuro per noi italiani"
Diego Fusaro vs Mario Monti: "La Grecia è il più grande successo dell'euro!"
Diego Fusaro vs Mario Monti: "La Grecia è il più grande successo dell'euro!""Fare un viaggio in Grecia oggi, significa fare un viaggio nel futuro, per noi Italiani"
Posted by Nuccio Mancarella on Martedì 28 luglio 2015
martedì 28 luglio 2015
Le 10 balle più clamorose di Renzi. Video che in TV non vedremo mai
Le 10 Balle più grandi di Matteo Renzi - Condividi se ti vergogni di avere un premier del genere!Segui: Tommaso Longobardi
Posted by TzeTze on Sabato 25 luglio 2015
Il M5S propone al Governo tagli da 100 milioni al Senato. Cosa faranno Renzi e company?
Bilancio del Senato il Movimento 5 Stelle propone di mettere a dieta i politici.
Una bella 'prova costume' di tagli da 100 milioni di euro per Pd, Forza Italia, Lega, Ncd in vista delle vacanze estive.
Una 'prova costume' che applica a tutti i senatori tante proposte che il M5S ha già attuato con i suoi parlamentari senza aspettare una legge.
I politici degli altri partiti se hanno a cuore gli interessi degli italiani non hanno che da approvarle.
Sono diciasette ordini del giorno che in totale porterebbero ad un risparmio annuo di 100 milioni di euro dal bilancio del Senato.
Si va dalla soppressione dei vitalizi parlamentari misura solo questa che inciderebbe per ben 82 milioni di euro di risparmi, alla cessazione totale e definitiva dei vitalizi per i condannati , alla pubblicazione online dei percettori dei vitalizi".
Se Pd e Forza Italia voteranno contro il taglio totale dei vitalizi, potranno sempre approvare la proposte di un contributo di solidarietà per i vitalizi parlamentari in essere pari al 10% per gli importi fino a 90.000 euro e 20% per la parte superiore ai 90.000 euro.
Altra proposta prevede il ricalcolo dei vitalizi solo in base contributiva. Gli ex senatori (non condannati ) percepirebbero l'assegno solo in base a ciò che hannorealmente versato. Non un solo euro in più.
Tra le proposte anche l'abolizione dell'assegno di fine mandato e la riduzione dell'assegno dei senatori a 5.000 euro lordi mensili .
Tra le altre proposte: il dimezzamento delle spese forfettarie per i senatori,collaboratori parlamentari retribuiti direttamente dal Senato, larendicontazione obbligatoria delle spese di esercizio di mandato dei senatori e la soppressione delle indennità di carica cui già i senatori e deputati M5S rinunciano.
Se lo facciamo già noi del Movimento 5 Stelle perchè non lo possono fare tutti gli altri senatori ?
In Sicilia il M5S ricostruisce una strada con i propri stipendi. Gesto mai fatto da nessuna forza politica
"Il Ministro delle infrastrutture Delrio ha dichiarato che se tutto va bene ad agosto potrebbero iniziare i lavori della bretella dell'A19. Se tutto va bene... Nel frattempo noi abbiamo completato la "trazzera" finanziata con la restituzione di parte dei nostri stipendi da deputati regionali. Abbiamo donato 300 mila euro per la realizzazione di una scorciatoia che migliorerà la viabilità lì dove il crollo del pilone ha spezzato in due la Sicilia.
VIDEO Festeggiamo tutti insieme la Trazzera 5 Stelle!
La politica del POI è morta. Noi le cose le facciamo ORA!
L'inaugurazione sarà il 31 luglio alle ore 11.30 a Caltavuturo. Ci sarà anche Luigi Di Maio con noi! Portate amici, parenti, e miscredenti!" M5S Sicilia
Boldrini:"Case popolari agli sfrattati italiani?Precedenza agli immigrati"
Laura Boldrini ormai è la paladina di profughi, clandestini…e rom. Adesso la presidente della Camera ha trovato negli zingari un nuovo cavallo di battaglia, al punto da voler dare loro la precedenza per ottenere un alloggio popolare. A contestare la scelta della Boldrini èDavide Fabbri, rappresentante del “Movimento lavoro e rispetto”. Fabbri è una furia contro miss Montecitorio. Dopo aver intuito l’orientamento della presidente della Camera, Fabbri l’ha denunciata perchè “discrimina gli italiani violando la Costituzione”.
La casa ai rom – Così Fabbri e altri cittadini di Ravenna hanno raccontato i motivi del loro esposto contro la Boldrini: “Laura Boldrini, l’8 aprile 2013 a domanda di un giornalista che le chiedeva testualmente: ‘Con quale criterio saranno assegnate le case popolari’, rispose: ‘Saranno date prima ai rom e agli extracomunitari con figli a carico‘. Sulla base di questo, Davide Fabbri, assieme ad altri cittadini, si è sentito profondamente discriminato e ha proceduto assieme ad altri a formalizzare una denuncia per discriminazione verso il popolo Italiano nei confronti della Boldrini. Insomma miss Montecitorio non è nuova a sparate del genere. Ma questa volta, a quanto pare è stata presa in parola. Infatti secondo quanto racconta Fabbri il comune di Ravenna ha recepito il “diktat della Boldrini”.
Precedenza agli immigrati – “Se si sfoglia la lista della graduatoria comunale, salterà facilmente agli occhi di chiunque, che nei primi 100 possibili assegnatari il 70% è costituito da stranieri, relegando di fatto, numerosi concittadini in fondo alla lista. Questa non è integrazione, ma è dimostrazione di incapacità di gestione del fenomeno immigratorio, che si ripercuote sui nostri connazionali e Ravenna, purtroppo, ne è un classico esempio”, aggiunge Fabbri. Ma per la Boldrini è tutto normale. Per lei l’emergenza immigrazione non esiste e allora bisogna dare una casa anche ai rom e agli extracomunitari, in barba al diritto acquisito dagli italiani che con la crisi restano senza un tetto: “L’immigrazione non va gestita con logiche di difesa. Costituisce un pericoloso anacronismo che una legge sulla cittadinanza non prenda atto che in Italia vivono quattro milioni di immigrati ai quali sono preclusi diritti civili. Ciò crea animosità. Gli allarmismi e la sindrome d’assedio danneggiano la coesione sociale. C’è un vittimismo non giustificato dai numeri. Non sono clandestini, sono rifugiati. L’emergenza clandestini non esiste. È solo un’invenzione”, aveva detto la Boldrini. Un’invenzione che a quanto pare è nella testa di milioni di Italiani e l’unica a far finta di niente è proprio lei che è la terza carica dello Stato. (I.S.)
lunedì 27 luglio 2015
E' stato reso pubblico un nuovo sondaggio che affossa il PD. M5S boom
Sondaggio: il Pd di Renzi al 30%: salgono i 5 Stelle
Ci sono i sondaggi resi pubblici, quelli commissionati da tv o telegiornali. E poi quelli "riservati" cioè quelli commissionati dai partiti e che i partiti si tengono per sè. Per capire che aria tira e dove tira il vento, senza necessariamente informare i cittadini. Una di queste rilevazione "top secret" realizzata da largo del Nazareno (sede del Pd) è riportata oggi dal sito affaritaliani.it.
Per Matteo Renzi e soci è un momento delicato, col partito in pezzi, e le gravi difficoltà sul fronte della immigrazione e delle riforme, con la promessa di un taglio delle tasse lanciata una settimana fa per cercare di riportare (un po') la barra a dritta. La rilevazione, però, è una doccia gelata per i democratici. Il sondaggio, infatti, ipotizza la nascita di un fronte a sinistra del Pd: uno scenario tutt'altro che campato in aria e che forse già entro fine anno potrebbe concretizzarsi. Così, se la sinistra dem, Sel e Prc si mettessero assieme, otterrebbero secondo quanto riporta affaritaliani.it, un 7% che sottrarrebbero in gran parte proprio al partito di Renzi, che crollerebbe al 30%. Se poi, è sempre l'ipotesi contemplata dal sondaggio, a quel fronte si affiancasse pure la formazione politica di Maurizio Landini, la coalizione toccherebbe facilmente il 10%.
Male anche Forza Italia, che oscillerebbe tra l'8 e il 9%, a tutto vantaggio di una Lega che con la sua lista "sudista" "Noi con Salvini" si isserebbe al 17%. Fratelli d'Italia in crescita al 5%, mentre i "Conservatori e riformisti" di Fitto debuttano al 3%, ossia meglio dell'Ncd di Alfano che lo stesso sondaggio dà al 2,5%. In questo scenario, il Movimento 5 Stelle di Beppe grillo arriverebbe seriamente a minacciare la primazia di Renzi e soci, con una percentuale di consensi tra il 26 e il 27%.
(Libero)
Per Matteo Renzi e soci è un momento delicato, col partito in pezzi, e le gravi difficoltà sul fronte della immigrazione e delle riforme, con la promessa di un taglio delle tasse lanciata una settimana fa per cercare di riportare (un po') la barra a dritta. La rilevazione, però, è una doccia gelata per i democratici. Il sondaggio, infatti, ipotizza la nascita di un fronte a sinistra del Pd: uno scenario tutt'altro che campato in aria e che forse già entro fine anno potrebbe concretizzarsi. Così, se la sinistra dem, Sel e Prc si mettessero assieme, otterrebbero secondo quanto riporta affaritaliani.it, un 7% che sottrarrebbero in gran parte proprio al partito di Renzi, che crollerebbe al 30%. Se poi, è sempre l'ipotesi contemplata dal sondaggio, a quel fronte si affiancasse pure la formazione politica di Maurizio Landini, la coalizione toccherebbe facilmente il 10%.
Male anche Forza Italia, che oscillerebbe tra l'8 e il 9%, a tutto vantaggio di una Lega che con la sua lista "sudista" "Noi con Salvini" si isserebbe al 17%. Fratelli d'Italia in crescita al 5%, mentre i "Conservatori e riformisti" di Fitto debuttano al 3%, ossia meglio dell'Ncd di Alfano che lo stesso sondaggio dà al 2,5%. In questo scenario, il Movimento 5 Stelle di Beppe grillo arriverebbe seriamente a minacciare la primazia di Renzi e soci, con una percentuale di consensi tra il 26 e il 27%.
(Libero)
I 5 Stelle e gli italiani raggiungono un'altra vittoria. Ecco cosa hanno fatto
Bilancio Camera, in 3 anni risparmio 223 milioni. M5S: "Con noi stop affitti d'oro"
La Camera dei deputati dal 2013 al 2015 ha fatto uscire dalle casse dello Stato 223 milioni di euro in meno. Per la prima volta in dieci anni Montecitorio per il suo funzionamento ha speso meno di 1 miliardo di euro, quasi il 20% in meno rispetto a dieci anni fa. Resta alta, anzi è aumentata, con un + 9,47%, la voce relativa alle pensioni. E restano anche voci come quella relativa ai rimborsi di spese sostenute dagli ex deputati: basta pensare che per i loro rimborsi di viaggio si spende ancora 900mila euro l'anno.
Questi i dati che emergono dal progetto di bilancio per l'anno finanziario 2015 deliberato dall'ufficio di presidenza di Montecitorio. Lunedì 20 luglio toccherà all'assemblea esaminare il bilancio di previsione 2015; mercoledì 22 ci sarà la votazione. L'ufficio di Presidenza ha inoltre approvato la richiesta dei 5 Stelle: dal prossimo anno il documento sarà più dettagliato e ci saranno tante altre voci di descrizione, circa 270.
Tra i risparmi più consistenti c'è quello per la locazione di immobili. "Grazie alla norma sugli affitti d'oro", dicono i grillini, "che ha consentito il recesso dai contratti salasso coi palazzi Marini, la Camera ha risparmiato la bellezza di quasi 39 milioni di euro in un anno". Al capitolo 55 infatti si registra un meno 91,7 per cento: solo per i servizi accessori alle locazioni si passa da 14.875.000 a 305.000 euro. Al centro di tutto c'è, in effetti, il recesso anticipato dei contratti di locazione dei cosiddetti Palazzi Marini sui quali, però, c'è una ipotesi di contenzioso nell'aria. La 'spesa' risparmiata per ora è finita nella cassetta dell'avanzo di amministrazione 2016; tocca aspettare ma comunque, assicurano alla Camera, non è ipotizzabile un ritorno al passato.
Ci sono, poi, le spese sul personale, con un -7.90% (circa 212 milioni nel 2014, 195mila circa nel 2015), frutto di 'tagli' ma anche di altre misure (tanti i ricorsi in corso); tra le spese diminuite quella relativa alle spese per cure derivanti da invalidità di servizio, con un -39,53%. Aumenta, invece, la voce pensioni con un +9,47%: si passa da circa 235 milioni nel 2014 ai circa 257 milioni nel 2015. Quanto alle spese per i gruppi parlamentari c'è un leggero calo dello 0,31% per un costo complessivo di circa 32 milioni di euro. Il contributo per il Pd nel 2014 è stato pari 14 milioni di euro, circa 2 milioni in più rispetto all'anno precedente. Nelle casse di Forza Italia sono entrati poco più di 3 milioni, quasi come l'anno precedente, mentre in quelle di Sel poco più di 1,5 a fronte di poco più di 1,4 nel 2013. E se Ap ha ricevuto poco più di 1,2 milioni e Sc 1,3, alla Lega Nord sono andati 996mila euro a fronte di 804mila nel 2013.
(Il Fatto Quotidiano)
Questi i dati che emergono dal progetto di bilancio per l'anno finanziario 2015 deliberato dall'ufficio di presidenza di Montecitorio. Lunedì 20 luglio toccherà all'assemblea esaminare il bilancio di previsione 2015; mercoledì 22 ci sarà la votazione. L'ufficio di Presidenza ha inoltre approvato la richiesta dei 5 Stelle: dal prossimo anno il documento sarà più dettagliato e ci saranno tante altre voci di descrizione, circa 270.
Tra i risparmi più consistenti c'è quello per la locazione di immobili. "Grazie alla norma sugli affitti d'oro", dicono i grillini, "che ha consentito il recesso dai contratti salasso coi palazzi Marini, la Camera ha risparmiato la bellezza di quasi 39 milioni di euro in un anno". Al capitolo 55 infatti si registra un meno 91,7 per cento: solo per i servizi accessori alle locazioni si passa da 14.875.000 a 305.000 euro. Al centro di tutto c'è, in effetti, il recesso anticipato dei contratti di locazione dei cosiddetti Palazzi Marini sui quali, però, c'è una ipotesi di contenzioso nell'aria. La 'spesa' risparmiata per ora è finita nella cassetta dell'avanzo di amministrazione 2016; tocca aspettare ma comunque, assicurano alla Camera, non è ipotizzabile un ritorno al passato.
Ci sono, poi, le spese sul personale, con un -7.90% (circa 212 milioni nel 2014, 195mila circa nel 2015), frutto di 'tagli' ma anche di altre misure (tanti i ricorsi in corso); tra le spese diminuite quella relativa alle spese per cure derivanti da invalidità di servizio, con un -39,53%. Aumenta, invece, la voce pensioni con un +9,47%: si passa da circa 235 milioni nel 2014 ai circa 257 milioni nel 2015. Quanto alle spese per i gruppi parlamentari c'è un leggero calo dello 0,31% per un costo complessivo di circa 32 milioni di euro. Il contributo per il Pd nel 2014 è stato pari 14 milioni di euro, circa 2 milioni in più rispetto all'anno precedente. Nelle casse di Forza Italia sono entrati poco più di 3 milioni, quasi come l'anno precedente, mentre in quelle di Sel poco più di 1,5 a fronte di poco più di 1,4 nel 2013. E se Ap ha ricevuto poco più di 1,2 milioni e Sc 1,3, alla Lega Nord sono andati 996mila euro a fronte di 804mila nel 2013.
(Il Fatto Quotidiano)
INCREDIBILE NOTIZIA RIMBALZA DALLA GRECIA - Hanno intercettato Varoufakis,emerge il piano per un sistema di pagamento alternativo
La telefonata di Varoufakis: emerge il piano per un sistema di pagamento alternativo
La situazione politica in Grecia vive nuove importanti rivelazioni. Venerdì i media greci e il Financial Times hanno riportato dell'incontro segreto tenutosi il 14 aprile all'Hotel Oscar di Atene in cui il Ministro dell'Energia dell'epoca e leader della Piattaforma di sinistra di Syriza Panayotis Lafazanis ha tentato di convincere membri del partito a prendere d'assalto la zecca greca, mettere al sicuro le riserve valutarie del paese, e, se necessario, arrestare il governatore della banca centrale Yannis Stournaras.
Il piano non è mai stato attuato, ma se la storia torna d'attualità dimostra quanto la Grecia abbia vacillato sul bordo di sconvolgimenti sociali nei giorni precedenti la decisione di arrendersi ai creditori da parte di Alexis Tsipras e abbandonare non solo il mandato elettorale di Syriza ma l'esito del referendum di pochi giorni prima.
Ora che Tsipras è riuscito ad ottenere il voto del Parlamento che cede la sovranità del paese a Bruxelles in cambio del diritto di utilizzare l'euro, le storie di quei giorni antecedenti la resa stanno uscendo allo scoperto. Dopo il presunto no del Cremlino a un prestito chiesto da Tsipras per tornare alla dracma, conosciamo oggi una nuova storia ottenuta per gentile concessione di una conference call registrata tra Yanis Varoufakis e "membri di fondi hedge internazionali ripresa da Kathimerini.
In una chiamata in teleconferenza con i membri di hedge fund internazionali, Varoufakis ha affermato di aver avuto l'ok dal Tsipras dicembre scorso - un mese prima delle elezioni generali che hanno portato SYRIZA al potere - di pianificare un sistema di pagamento alternativo che avrebbe potuto operare in euro, ma che sarebbe stato convertibile in dracme se necessario.
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Il piano non è mai stato attuato, ma se la storia torna d'attualità dimostra quanto la Grecia abbia vacillato sul bordo di sconvolgimenti sociali nei giorni precedenti la decisione di arrendersi ai creditori da parte di Alexis Tsipras e abbandonare non solo il mandato elettorale di Syriza ma l'esito del referendum di pochi giorni prima.
Ora che Tsipras è riuscito ad ottenere il voto del Parlamento che cede la sovranità del paese a Bruxelles in cambio del diritto di utilizzare l'euro, le storie di quei giorni antecedenti la resa stanno uscendo allo scoperto. Dopo il presunto no del Cremlino a un prestito chiesto da Tsipras per tornare alla dracma, conosciamo oggi una nuova storia ottenuta per gentile concessione di una conference call registrata tra Yanis Varoufakis e "membri di fondi hedge internazionali ripresa da Kathimerini.
In una chiamata in teleconferenza con i membri di hedge fund internazionali, Varoufakis ha affermato di aver avuto l'ok dal Tsipras dicembre scorso - un mese prima delle elezioni generali che hanno portato SYRIZA al potere - di pianificare un sistema di pagamento alternativo che avrebbe potuto operare in euro, ma che sarebbe stato convertibile in dracme se necessario.
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Approvata la nuova tassa sul condizionatore: una sberla da almeno 200 euro!
Approvata la nuova tassa sul condizionatore: una sberla da almeno 200 euro!
Vi ricordate quando qualche anno fa qualcuno diceva: “Prima o poi ci faranno pagare anche l’aria che respiriamo!” Bene: ci siamo: il momento è giunto. Non proprio tutta l’aria ma quella fresca sì! Parliamo di una vera e propria batosta da almeno 200 euro mette in ginocchio i nostri portafogli. Il diktat arriva dall’Europa che ha invitato l’Italia ad adeguare la propria legislazione a una direttiva che dovrebbe tutelare l’ecosistema, limitando l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera. I proprietari dei condizionatori dovranno possedere un libretto d’impianto ed effettuare controlli ogni 4 anni. Ma parliamo un po’ di cifre: per il rilascio del libretto e il primo bollino gli italiani dovranno sborsare almeno 200 euro, che aumentano in base al numero di condizionatori posseduti nell’appartamento (ad esempio). Questa manovrina dovrebbe portare nelle casse dello stato circa 4 miliardi di euro! E c’è chi parla già di multe: dai 500 ai 3mila euro per il proprietario dei condizionatori, da mille a 6mila euro per il manutentore che non abbia applicato minuziosamente la normativa!
La nostra preoccupazione: semplice e banale, ma visto che siamo in Italia, giustificabile! Chi si occuperà della manutenzione, quali saranno le aziende a cui lo Stato farà fare controlli?
Il comune di Roma è il primo a prendere la palla al balzo e a trasformare la tassa (potenzialmente corretta per il rispetto ambientale) in una mannaia sulle tasche dei contribuenti: la situazione nella capitale è descritta minuziosamente da Davide Giacalone su Liberoin un articolo pubblicato a inizio giugno. Infatti allontanandosi un po’ dall’intento green, nelle città italiane -Roma in primis- stanno nascendo società ad hoc, partecipate o private, cui deve essere affidato il censimento degli impianti di condizionamento…
E’ proprio il caso si dire: RUBARE AI POVERI, PER DARE AI RICCHI!
MA E’ IMPORTANTISSIMO FARE PRESENTE:
“Se il bollino blu per la caldaia a gas costa circa 100 euro, fra rilascio del libretto per i condizionatori ce ne vogliono non meno di 200, o addirittura 300 se in casa si possiede più di un condizionatore. Tutto questo vale per i condizionatori con potenza superiore ai 12kW, quindi niente allarmismi e controllate prima il vostro impianto: se è di potenza inferiore, basteranno i consueti controlli, nessuna necessità del libretto di impianto.
Come potete verificare dalla seguente tabella, nella maggior parte dei casi i condizionatori per uso casalingo sono di potenza inferiore ai 12kw”
Il M5S smaschera il bluff dei Finanziamenti illeciti ai partiti: "Li portiamo in tribunale"
Alcuni partiti non hanno presentato per tempo i giustificativi di spesa dei propri bilanci facendo slittare i controlli della commissione e per legge, senza la verifica di tutti i documenti, non possono prendere i finanziamenti pubblici per decine di milioni a fine luglio ( no, non sono stati ancora aboliti). Quindi il Pd cambia la legge con due emendamenti di Teresa Piccione, la piccioncina del pd, che permettono di rimandare di un anno i controlli sui bilanci. Se l'ufficio di presidenza sborserà i soldi ai partiti con questo escamotage truffa, il M5S li denuncerà e li trascinerà in tribunale.
intervento di M5S Parlamento
"In questi giorni di fine luglio tra i partiti c'è il panico: siccome c'è il rischio che nelle loro casse non arrivi la tranche dei finanziamenti pubblici, senza i quali non sono in grado di sopravvivere, si stanno tutti spremendo le meningi per trovare un escamotage utile ad aggirare la legge e a prendersi lo stesso e illegittimamente questi soldi.
Affamati e capaci di tutto, ecco che cosa si sono inventati pur di mettersi in tasca i quattrini.
In base alla legge truffa sulla finta abolizione del finanziamento pubblico ai partiti approvata da Enrico Letta, i bilanci dei partiti devono essere certificati da una Commissione di controllo istituita alla Camera. A giugno, però, la commissione si blocca perché non ha risorse umane e strumentali a sufficienza per vagliare i bilanci.
La maggioranza decide allora di fare una leggina (a firma di Boccadutri) che assegna alla Commissione le risorse per poter finalmente vagliare i bilanci e sbloccare i finanziamenti. Ma il tempo stringe e la scadenza – il 31 luglio – si avvicina e allora ecco comparire, nel silenzio generale, due emendamenti del Pd a firma Piccione che trovano la soluzione magica per intascare il bottino:rimandare di un anno i controlli della Commissione, sbloccando di fatto la tranche in scadenza. A questa porcata, aggiungono anche un'altra nefandezza: con un colpo di spugna cancellano le sanzioni che oggi la legge prevede per chi truccando i rendiconti ottiene finanziamenti illeciti.
Affamati e capaci di tutto, ecco che cosa si sono inventati pur di mettersi in tasca i quattrini.
In base alla legge truffa sulla finta abolizione del finanziamento pubblico ai partiti approvata da Enrico Letta, i bilanci dei partiti devono essere certificati da una Commissione di controllo istituita alla Camera. A giugno, però, la commissione si blocca perché non ha risorse umane e strumentali a sufficienza per vagliare i bilanci.
La maggioranza decide allora di fare una leggina (a firma di Boccadutri) che assegna alla Commissione le risorse per poter finalmente vagliare i bilanci e sbloccare i finanziamenti. Ma il tempo stringe e la scadenza – il 31 luglio – si avvicina e allora ecco comparire, nel silenzio generale, due emendamenti del Pd a firma Piccione che trovano la soluzione magica per intascare il bottino:rimandare di un anno i controlli della Commissione, sbloccando di fatto la tranche in scadenza. A questa porcata, aggiungono anche un'altra nefandezza: con un colpo di spugna cancellano le sanzioni che oggi la legge prevede per chi truccando i rendiconti ottiene finanziamenti illeciti.
VIDEO: Il M5S smaschera il governo sul finanziamento pubblico ai partiti
La “leggina” comunque dovrà passare prima in aula alla Camera, poi al Senato. C’è un solo organo che potrebbe intervenire per assegnare ai partiti i finanziamenti pubblici: l’ufficio di Presidenza della Camera. E il M5S - l'unico che non percepisce finanziamenti dallo Stato - si è già attivato per arginare le manovre dei partiti che per sopravvivere devono attingere continuamente alla mangiatoia pubblica. I portavoce Di Maio, Fraccaro, Mannino e Bottici, al Senato, hanno inviato una lettera dal contenuto molto chiaro: se vi azzardate a dare un solo euro ai partiti vi trasciniamo tutti in tribunale. Uno a uno. Da Boldrini e Grasso a scendere. Sulla questione abbiamo già scritto all'ufficio di presidenza della Camera: se dovessero azzardarsi a sbloccare i finanziamenti ai partiti con un colpo di mano li trascineremo in tribunale."
Sanità, Di Maio denuncia il Governo: "Sono dei ladri, stanno per tagliare altri 2 miliardi e mezzo"
"Il Governo in queste ore sta per tagliare altri due miliardi di euro alla sanità. Saranno tagli ai posti letto, agli esami diagnostici e ai servizi di cura. Lo sta facendo in piena estate, come i ladri che ci svaligiano l'appartamento mentre siamo in vacanza. Se fosse stata una cosa buona l'avrebbero fatta a settembre, per farlo sapere a tutti.
Per conoscere il destino del governo, basta guardare a Marino e Crocetta, suoi degni compagni di partito, da più tempo in carica. Il premier farà la loro stessa fine: aggrappato alla poltrona con le unghie e con i denti, pur di non far vincere il MoVimento 5 Stelle.
Ci siamo quasi. Hanno i minuti contati." Luigi Di Maio
domenica 26 luglio 2015
L'intervento di una studentessa che fa commuovere Luigi Di Maio
Luigi Di Maio si trovava in una scuola di Portici. Mentre questa ragazza faceva il suo intervento, il portavoce M5S non è riuscito a trattenere l’emozione e si è commosso. Trasparente, spontaneo, vero. Questi episodi ci solpiscono, perchè non siamo abituati a una classe politica vicina alla gente e alle problematiche delle persone comuni. Vedere un parlamentare emozionato per le parole di una giovane ragazza ci ricorda che la speranza è l’ultima a morire.
Pensioni: la grande presa in giro. Ecco come fare ricorso…
Rimborsare tutti sarebbe costato circa 20 miliardi di euro. Per mantenere in equilibrio i conti pubblici, quindi, il governo ha deciso di rimborsare, solo in parte, circa 3,7 milioni di pensionati per un esborso di 2,2 miliardi di euro. (Fonte)
Arriva il rimborso una tantum. Il 3 agosto 3,7 milioni di pensionati riceveranno il rimborso imposto dalla Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco voluto dall’ex ministro Elsa Fornero. Tuttavia, i conguagli del 730 saranno scaglionati a causa della decisione di posticipare la consegna del 730. (Fonte)
l recupero dei denari congelati è esteso agli eredi dei pensionati interessati, che devono presentare una domanda apposita: spettano, dice l’Inps, anche alle pensioni “che al momento della lavorazione risulteranno eliminate. Il pagamento delle spettanze agli aventi titolo sarà effettuato a domanda nei limiti della prescrizione (Fonte)
8 giugno. La Corte Costituzionale è stata chiara. I pensionati devono essere rimborsati integralmente di quanto sotratto in questi anni a causa della Legge Fornero. Il Bonus Poletti restituisce meno di quanto dovuto e ti fa credere che sia persino un favore. Secondo i dati della CGIA restituiscono solo l’11% di quanto spetta ai pensionati. Un milione di loro non vedrà neanche un centesimo. Come si permettono dei non eletti da nessuno di trattare i cittadini da cornuti e mazziati? Una soluzione per i pensionati depredati c’è: fare ricorso e ottenere il rimborso integrale anzichè l’elemosina del Governo. Oggi Elio Lannuti, presidente di Adusbefspiega cosa devono fare i pensionati per presentare ricorso e cosa succederà in seguito. Ricorrete in massa e chiedete il rimborso integrale INPS compilando questo documento!
CASO CROCETTA: “ECCO CHI HA FATTO SPARIRE LA REGISTRAZIONE SULLA BORSELLINO E PERCHE”
Falcone le chiamava “menti sopraffine”. Borsellino diceva che non sarebbe stata la mafia ad ucciderlo “ma altri”. Lucia Borsellino ha rivelato che “tutto questo nasce a Palermo ma anche altrove”. E Fanpage ha ricostruito, perfettamente, tutto il caso, denunciando chi ha fatto sparire la registrazione e perché. Ecco la sconvolgente inchiesta.
L’Italia è la Sicilia e la Sicilia è l’Italia. Dall’Unità d’Italia Palermo è stata legata a doppio filo alla capitale del paese, qualunque questa fosse. Il braccio (armato) dell’Italia è stata la Sicilia. Per le coste dell’isola è passata la nascita del regno prima e della repubblica poi. Per il suo mare sono passati gli accordi con gli Stati Uniti ancor prima che Roma ne venisse a conoscenza.
La Sicilia per 150 anni è stato il crocevia dei destini di un paese. Poi a Berlino è caduto un muro e il boato si è propagato fino a Palermo. E così, piano piano, l’isola è diventata sempre più distante da Roma. Ritrovando centralità solo nella difesa della memoria (nascosta) di ciò che è stato. Piano piano ci siamo abituati ad una Sicilia sempre più distante dal dibattito nazionale. Lontana dagli affari romani sempre più divisi tra Milano e la Calabria.
Anche quella dello scorso 16 luglio è una storia che nasce a Palermo ma anche altrove ed esplode quando il settimanale “L’Espresso” pubblica il contenuto di una presunta intercettazione tra Rosario Crocetta e l’ormai ex primario dell’Ospedale Villa Sofia Matteo Tutino.
La telefonata risalirebbe al 2013 e l’allora primario di Chirurgia Estetica avrebbe detto al Governatore Crocetta – con il quale è molto intimo – che il suo Assessore alla Sanità Lucia Borsellino – figlia del giudice morto per mano della mafia Paolo – andava “fatta fuori come il padre”.
L’articolo porta la firma di Piero Messina – e Maurizio Zoppi –, il primo già membro dell’Ufficio Stampa della Regione Sicilia, di cui è stato anche coordinatore sotto la Presidenza Lombardo. La sua esperienza è proseguita – per pochi mesi – anche sotto la Presidenza Crocetta, fino al dicembre 2012 quando l’attuale Governatore decide di licenziarlo (insieme ad altri 21 giornalisti).
Piero Messina è un giornalista di grande esperienza, autore de “Il Cuore Nero dei Servizi”, un libro sui servizi segreti, edito da Bur, in cui racconta – grazie ad “agenti e funzionari italiani per anni impegnati nelle attività del nostro sistema di sicurezza” – il dietro le quinte “dei meccanismi che hanno confezionato false verità”.
Come tutti i bravi giornalisti Messina coltiva le fonti più vicine a sé, con le quali ha un rapporto sempre professionale, mai fraterno. E’ proprio una sua fonte che gli fa ascoltare l’audio della presunta intercettazione. Messina trascrive la registrazione e la propone alla redazione de L’Espresso. A confermarlo è lo stesso direttore del settimanale che in una nota (e in un’intervista a La Stampa) afferma che “i nostri cronisti a Palermo l’hanno ascoltata” e che “ha potuto ricopiare la trascrizione”. Vicinanza, da giornalista e direttore esperto, sceglie prima l’utilizzo del plurale e, in seconda battuta, quello del singolare per chiarire chi abbia effettivamente ascoltato la registrazione.
Ed è sempre il direttore de L’Espresso a confermare che un suo giornalista ha effettivamente ascoltato e trascritto la conversazione. La redazione, a questo punto, avrebbe deciso di attivare un nucleo di giornalisti esperti di antisofisticazione che si sarebbero mossi lungo un doppio canale di conferma per validare la veridicità dell’audio. Un primo ok sarebbe arrivato al comando del nucleo del settimanale da una fonte che avrebbe confermato e riletto il testo dell’intercettazione in una conversazione con un membro della redazione. Un secondo placet arriva da un’altra fonte. E’ solo allora che si sarebbe deciso di pubblicare.
Ma l’esistenza di questa intercettazione a Palermo era una sorta di “segreto di Pulcinella”, ne aveva parlato anche Mario Barresi, il primo luglio scorso, in un articolo apparso su La Sicilia in cui si riporta un virgolettato molto simile. Un amico di Crocetta avrebbe detto al Governatore che era arrivato il tempo di “fare fuori politicamente Lucia Borsellino”. Le due frasi riportate da Barresi e da Messina sembrano essere molto simili, ma in quella pubblicata dal quotidiano siciliano manca un dettaglio che – a questo punto – diventa determinante, quelle parole “come il padre” (nonché la mancanza della parola ‘politicamente’) gettano un’ombra fosca su tutta la vicenda. Che tramuta un suggerimento “sopra le righe” – in quanto presuppone che il Governatore della Regione Sicilia discuta della Sanità con un chirurgo suo “dipendente” – a elemento da contorni decisamente più foschi.
Secondo quanto appreso da Fanpage le registrazione sarebbero state affidate ai Carabinieri dei Nas in carico delle indagini per conto della Procura. Si sarebbe dovuta trattare di una normale attività investigativa di routine. Attività che non trova riscontro nelle parole del Procuratore di Palermo Lo Voi che poche ore dopo la pubblicazione si è affrettato a smentire (e per ben due volte) l’esistenza del file audio. Come poteva esserne così certo che non vi fosse nulla nonostante i faldoni delle tre indagini constino di migliaia di pagine difficili da spulciare in poche ore? Secondo quanto riferiscono fonti vicine ai Carabinieri quelle intercettazioni sarebbero state realizzate da apparati che si sono mossi prima dell’autorizzazione da parte del giudice. In altri termini si tratterebbe di un’intercettazione acquisita in maniera irregolare e, pertanto, mai annessa agli atti. Ed è per questo che Lo Voi afferma il vero quando dice che quell’intercettazione non esiste. Perché in Procura, a Palermo, quell’intercettazione non è mai arrivata (e nemmeno a Caltanissetta). O meglio, non esiste agli atti ma qualcuno ne ha custodito copia fino al 16 luglio scorso, giorno in cui “facce che non si vedevano a Palermo dai tempi di Andreotti” sono intervenute per assicurarsi che quel nastro – ottenuto chissà come – non fosse più disponibile. Ed è la stessa Rita Borsellino che lascia intendere che ci sia una mano romana dietro quanto accaduto affermando che “tutto questo nasce a Palermo ma anche altrove”.
La stessa mano che nelle ore precedenti alla pubblicazione dell’articolo di Barresi fa recapitare a persone della famiglia Borsellino un testo su carta intestata dei Carabinieri recante la trascrizione dell’intercettazione. Il destinatario del documento si affretta a condividerlo con Lucia “genitrice dell’onore” della famiglia Borsellino all’interno della giunta Crocetta e in un secondo momento con la sorella del giudice Rita. Chi parla a Lucia crede alla veridicità del documento e crede di dire “il vero a lei, s’altro si dice”. Un terremoto che scuote i due figli dell’ex procuratore e che porta la secondogenita del magistrato a dimettersi da assessore. Le parole di Rita Borsellino ai nostri microfoni sembrano confermare quanto indirettamente appreso dalla nostra redazione.
A cinque giorni di distanza dalla pubblicazione dell’articolo, ciò che resta è una registrazione mai arrivata in Procura perché acquisita irregolarmente da apparati che hanno prima copiato, poi diffuso e infine distrutto quel materiale. Ed è proprio quella distruzione che lascia ancora di più perplessi, perché non permetterà di risalire al vero contenuto di quella conversazione. Non permetterà di chiarire se – come messo per iscritto dal comandate dei Nas Trifirò al Procuratore Lo Voi – quell’intercettazione sia mai esistita. Non permetterà di chiarire se quella frase è stata detta, come è stata detta e quale sia stata la vera reazione di Crocetta. Non permetterà di chiarire se colpire Palermo vuol dire colpire anche Roma e il Comando dei Carabinieri da poco insediatosi.
Quello che resta è la volontà di procedere di Crocetta nei confronti dell’Espresso. Voci in provenienza dal settimanale romano parlano di un asso nella manica (un audio di una fonte?) ancora da giocare. Ma a questo punto la partita non è più giornalistica ma repubblicana. Chi ha realizzato e diffuso quell’intercettazione è una mano che si muove in autonomia rispetto alla procura. E’ una mano che colpisce sulla base di ordini cha arrivano da lontano. E a noi non resta che rimettere le lancette indietro al 1992 quando la Sicilia era il braccio armato di affari che “nascono a Palermo ma anche altrove”.
sabato 25 luglio 2015
Il Governo Renzi si riprende gli 80 euro. Ecco come si riprende l'importo
L'agevolazione fiscale consisteva in una aliquota agevolata del 10 per cento per i premi produzione. Per il 2015 però la norma non è stata prorogata, quindi ai premi non solo non può essere applicata l'aliquota agevolata del 10 percento, ma sono a tutti gli effetti imponibili a livello fiscale le normali aliquote a scaglioni previste dal Tuir. Anche la Uil denuncia "più tasse sui premi di risultato: ogni lavoratore perde oltre mille euro".
Facciamo un esempio: il lavoratore con un reddito di 26.500 euro (di cui 3.000 generati dal premio di risultato) nel 2014 ha pagato l'Irpef su 23.500 euro; per i 3.000 residui ha beneficiato di una tassazione del 10% e di un credito d'imposta di circa 640 euro (gli 80 euro al mese di Renzi). Quindi il reddito netto è stato di 21.790 euro circa. Ora, con l'assenza della proroga dell'agevolazione fiscale per il 2015 lo stesso lavoratore si vedrà tassata l'intera cifra con le aliquote Irpef e, non avendo quote sottoposte a tassazione separata, disporrà di un reddito superiore ai 24mila euro, limite stabilito per poter beneficiare dei famosi 80 euro al mese. Nel 2015, il reddito netto del lavoratore sarà di 20.440 euro circa, con una perdita secca di 1.350 euro.
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